Aumenti in busta paga (fino a mille euro all’anno in più), ma anche la possibilità di smonetizzare una quota di salario accessorio per usufruire della settimana corta. “Smonetizzare significa che il lavoratore può scegliere, su base volontaria, di trasformare una quota di indennità annuale in un aumento delle ore di permesso retribuito a proprio favore. In questo modo, ogni lavoratore potrà sperimentare, durante l’anno, la settimana lavorativa di quattro giornate”. Luana Mazza, della segreteria provinciale della Fiom-Cgil di Reggio Emilia, inquadra così la novità che arriva con il nuovo contratto aziendale firmato alla Omso di Pieve, azienda di macchine automatiche per la stampa su oggetti; accordo votato e promosso a larga maggioranza dai lavoratori in assemblea.
L’intesa prevede un aumento del premio di risultato da 2.600 a 2.750 euro, un aumento dell’indennità oraria corrisposta anche durante ferie e permessi di oltre 300 euro e l’istituzione di un nuovo elemento consolidato che a regime varrà 1.350 euro all’anno. Tra premi variabili e consolidati questo contratto riconoscerà un aumento complessivo annuo della retribuzione di oltre mille euro, fa i conti Mazza. Ma appunto c’è la possibilità di trasformare parte di questi aumenti in meno ore di lavoro.
Non solo aumenti di salario e settimana corta, ecco cos’altro ‘conquista’ il contratto alla Omso
L’accordo conferma il diritto alla mensa con l’80% del pranzo a carico azienda, il pagamento al 100% della carenza di malattia, il miglioramento della flessibilità in ingresso che permetterà sia ad impiegati che operai di entrare durante una finestra di mezz’ora e recuperare eventuali ritardi in pausa pranzo o a fine giornata, la conferma del limite massimo di 12 mesi continuativi per l’utilizzo dei contratti a termine o in somministrazione, derogabili a 15 mesi solo in caso di rapporti non continuativi. Infine, il contratto firmato dalla Fiom alla Omso prevede già dal 2023 un permesso di otto ore retribuite per visite mediche specialistiche di figli minori o disabili, genitori over 70 o del coniuge, o convivente e l’aumento delle indennità di trasferta per i lavoratori che svolgono la propria prestazione in Italia oltre i 30 chilometri dalla sede centrale.
Cgil: migliorare dentro le fabbriche è possibile, ma dobbiamo mobilitarci anche fuori. Il 6 maggio metalmeccanici tutti a Bologna”
Per la sigla della Cgil di Reggio Emilia il contratto appena firmato alla Omso dimostra che, “quando le parti si riconoscono reciprocamente e i lavoratori sostengono il sindacato, è possibile fare accordi che migliorino sia le retribuzioni sia la conciliazione vita lavoro di tutte le persone che lavorano ma quello che sta avvenendo fuori dalle fabbriche non lo si può cambiare con la contrattazione“. Ovvero, “se i fondi alla sanità pubblica subiscono tagli, se la scuola pubblica continua ad essere sotto-finanziata, se il Governo aumenta la precarietà invece che ridurla, se si strizza l’occhio agli evasori, come sindacato abbiamo il dovere di lottare con i lavoratori per provare a cambiare la società nel suo complesso, andando oltre a quanto accade dentro le mura dei luoghi di lavoro”. Per cui mentre da un lato si loda la “grande sensibilità della Famiglia Campioli alle esigenze dei dipendenti” che permette alla Omso (storica azienda di Reggio Emilia fondata dal primo sindaco comunista del secondo dopoguerra, Cesare Campioli) “una lunghissima storia di contrattazione aziendale” con rinnovi diaccordi “anche nei momenti difficili”, dall’altra la Fiom invita a manifestare il 6 maggio a Bologna chiamando nel capoluogo regionale i metalmeccanici reggiani, a partire dai dipendenti della Omso.
– Agenzia DiRE –