La storia di Francesca è una di quelle storie di ottimismo e resilienza che ci permette di toccare con mano il potenziale di doti quali l’intraprendenza, il coraggio ma soprattutto la forza di credere nei propri sogni ed obiettivi. In altre parole, la tenacia nel credere in se stessi, sempre.
Perché la vita non è fatta solo di percorsi studio lineari e carriere brillanti, al contrario nella maggior parte dei casi, per potersi realizzare davvero sia nella vita che nel lavoro, è necessaria quella buona dose di resilienza insieme ad una visione più ampia del mondo e del mondo del lavoro. In fondo non basta essere super potenti e famosi per cavarsela anzi, gli imprevisti possono capitare a tutti e tutto sta nel “come li si affrontano’. La svolta, infatti, spesso sta esattamente nel saper fare ma soprattutto nel saper essere. Proprio come ci dimostra Francesca che in questo senso può insegnarci molto ed esserci di grande esempio.
Francesca, raccontaci in breve chi sei. Sono una quasi cinquantenne bolognese di nascita e Mirandolese per amore. Convivo con una salute delicata da sempre; per lei, in ambito lavorativo ho dovuto ricominciare daccapo più volte ma sempre con la profonda convinzione di farcela e così è stato. Per vincere una battaglia – citava Margaret Thatcher – è possibile doverla combattere più di una volta. L’ostinazione uno dei miei capisaldi. Ridere la mia medicina. Il cioccolato il mio analgesico naturale. La scrittura la mia terapia.
Nonostante le numerose difficoltà e gli ostacoli che la vita ti ha posto, non ti sei mai data per vinta anzi, con tenacia hai continuato e continui a perseguire i tuoi obiettivi. Potremmo dire che sei l’emblema della resilienza. Qual è lo spirito con cui affronti la quotidianità? Le cose accadono e ad esse occorre far fronte. Uno degli elementi che possono facilitare l’essere resilienti è la consapevolezza della nuova condizione che si sta vivendo. La differenza spesso la fa l’atteggiamento. Non concentrare il proprio sguardo solo sulle difficoltà ma ricordarsi più spesso delle cose positive che si hanno. Io lotto ogni santo giorno e nel frattempo “vivo” appieno. La mia ‘cura speciale’? La famiglia.
Come dimostra la tua storia, il titolo di studio è un mezzo importante ma non imprescindibile per la realizzazione dei propri sogni professionali. Qual è, invece, l’ingrediente che non dovrebbe mai mancare? Quello che fa la differenza? Fondamentale oltre al “saper fare” il “saper essere”. Sono stata assunta ogni volta perché ho trasmesso pienamente la motivazione al ruolo. Poi fa la differenza l’essere proattivi. Provarci e proporsi senza avere paura ma con qualcosa “da dire”. Io per esempio ho cominciato a scrivere per uno dei portali di informazione locale proponendo un pezzo; mi son detta che se conoscevo l’argomento le parole sarebbero seguite. L’unico modo per differenziarsi è fare quello che gli altri non fanno, cioè conoscere sempre più cose. E i modi di imparare sono infiniti.
In che misura la tua patologia ha influenzato l’avanzamento della tua carriera? Come sei riuscita a trasformarla in un punto di forza a tuo favore? Ho lavorato nelle Risorse Umane per circa 18 anni. Sono passata attraverso l’amministrazione del personale con annessa contrattualistica giuslavorista, poi attraverso la formazione, l’orientamento ed infine attraverso il ruolo in cui ho potuto esprimere al meglio il mio “talento” quello di responsabile ricerca e selezione. E devo dire che nella mia carriera di selezionatrice questo “talento” mi è stato riconosciuto più volte. Quindi posso comunque ritenermi soddisfatta e fortunata. La scrittura è nata per caso dall’esigenza di rimanere comunque ‘vicina’ ad un mondo che amo, quello del lavoro. E così è cominciata la mia avventura nel mondo della scrittura … mi sono rimessa in gioco nuovamente e ho cominciato a scrivere. Ovviamente la prima cosa che ho fatto e continuo a fare è “studiare” la materia per perfezionarmi. Racconto il lato positivo del lavoro lavoro attraverso le parole e le persone.
Nel 2016 hai creato la tua pagina Facebook “Mirandola OFFRO Lavoro”. Come è nata l’idea e ad oggi come avanza il progetto? Dopo un intervento invasivo subito nella primavera del 2015, cominciai piano piano a stare meglio e ferma non ci sapevo stare. Mentre aiutavo un’amica a destreggiarsi tra le offerte di lavoro mi balenò un’idea ; perché non mettere le mie competenze a disposizione di chi cercava lavoro e non sapeva bene come muoversi? Fu così che in quattro e quattr’otto nacque su Facebook la pagina “Mirandola OFFRO Lavoro”. Cominciai a pubblicare offerte di lavoro, corsi di formazione, consigli sulla stesura del curriculum e concorsi pubblici, inerenti ai 9 comuni dell’area nord di Modena, portandola in breve tempo al successo! La pagina è tutt’ora attiva e molto conosciuta. Ne hanno parlato sia i quotidiani che le radio locali e conta oltre 15.000 utenti. Davvero tante le testimonianze e i ringraziamenti di chi nel corso del tempo ha trovato lavoro seguendola e candidandosi in autonomia alle offerte pubblicate aggiornate quotidianamente. La pagina è utilizzata e da molta visibilità ad Agenzie, agli Informagiovani e a molti imprenditori della zona, con grande soddisfazione da parte di tutti.
Sei soddisfatta del tuo percorso professionale? Quali sono i prossimi obiettivi che ti poni di raggiungere? Soddisfattissima. Ho avuto la fortuna di entrare a lavorare nelle risorse umane quasi per caso e non sapendo neppure cosa volesse dire e me ne sono innamorata follemente! Quando non potevo lavorare non ho mai smesso di formarmi e aggiornarmi sull’argomento perché il mondo va veloce e occorre stare al passo. L’obiettivo è quello di rimanere nell’ambito scrivendone! Proprio oggi, tra l’altro, comincio l’ennesimo corso di formazione sulla scrittura con la prestigiosa Scuola Holden e sono entusiasta! Cosa posso desiderare di più?
Un messaggio che vorresti dare ai ragazzi ma anche alle persone meno giovani che sono scoraggiate dalla ricerca di un lavoro che non arriva? Il punto è che la vita non è fatta solo di percorsi studio lineari e carriere super. Ci possono essere degli imprevisti e io sono la prova vivente che gli ostacoli si possono superare. Chiunque anche in una situazione di difficoltà, di malattia o di disabilità può e deve avere speranza. Mai come in questo periodo la speranza è l’attesa fiduciosa del meglio che verrà. Certo è un periodo no, ma è solo un intervallo. Il futuro non è rimandato per sempre. Il lavoro tornerà ad esserci quindi occorre farsi trovare preparati. Non smettere mai di imparare ed essere proattivi. In una società che cambia continuamente in modo imprevedibile, la capacità di prevedere gli eventi, immaginare scenari e creare alternative, assume un ruolo determinante. Il curriculum da solo non basta. Il mio per esempio ha dei periodi ‘vuoti’. Un esperto selezionatore deve essere bravo ad esplorare quei vuoti. Le difficoltà superate, così come gli insuccessi, sono ‘abilità’ preziose nella vita come nel lavoro. Non bisogna essere perfetti per avere il lieto fine, ma solo mettendosi in gioco e crescendo un po’ ogni giorno ci si riesce.