Sono attesi più di 200 lavoratori metalmeccanici esposti all’amianto, provenienti dalle aziende più importanti del settore ferroviario, protesteranno sotto la sede del Ministero del Lavoro in via Molise perché, nonostante una legge di due anni fa riconoscesse, a tutt’oggi non hanno avuto il riconoscimento del diritto benefici in termini di anticipo del trattamento pensionistico. A comunicarlo in una nota congiunta le sigle sindacali Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm.
A distanza di oltre due anni, nonostante la promulgazione di specifico decreto attuativo e di norme applicative tali benefici non trovano concreta applicazione, con conseguenze nefaste per i lavoratori del settore, tra cui molti in possesso di regolare domanda di quiescenza debitamente certificata dalle sedi INPS territoriali. Il tutto aggravato dalla crisi del settore che in alcune aree ed imprese sfocia nel paradosso: lavoratori potenzialmente pensionabili secondo la legislazione vigente che sono collocati in cassa integrazione, poiché l’INPS non da seguito all’erogazione del trattamento pensionistico. Le categorie nazionali dei metalmeccanici hanno denunciato tale situazione chiedendo uno specifico incontro a INAIL e INPS nazionali, con il preciso obbiettivo di analizzare le evidenti problematiche nell’applicazione della norma di legge ed insieme individuare una soluzione. A distanza di un mese, purtroppo, non abbiamo ricevuto risposta alcuna.
Se tutto tace, domani gli oltre 200 metalmeccanici provenienti da vari stabilimenti del settore ferroviario urleranno la loro rabbia. Non solo sono stati esposti ad un danno alla propria salute, ma a tutt’oggi dopo due anni cambiano i governi ma le soluzioni non vengono trovate o non si vogliono trovare?