LabItalia – Brutte notizie sul fronte del lavoro con una disoccupazione che a ottobre, secondo le stime preliminari dell’Istat, era pari al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi. Si tratta del dato peggiore dal 1977. Il risultato è stato un incremento del numero di disoccupati salito a 3 milioni 410 mila unità, in aumento del 2,7% rispetto al mese precedente (+90 mila) e del 9,2% su base annua (+286 mila).
Va ancora peggio sul fronte giovanile dove il tasso di disoccupazione è salito al 43,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,9 punti nel confronto tendenziale. I disoccupati in questa fascia di età sono 708 mila. con un’incidenza sulla popolazione in questa fascia di età, rileva ancora l’Istat, è pari all’11,9%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,7 punti su base annua.
Buone notizie, invece, sul fronte dei nuovi occupati. Nel terzo trimestre 2014 torna a crescere il numero di occupati (+0,5%, pari a 122.000 unità in un anno), dovuto a un nuovo aumento nel Nord (+0,4%, pari a 47.000 unità) e nel Centro (+2,1%, pari a 98.000 occupati) e al rallentamento della caduta nel Mezzogiorno (-0,4%, pari a -23.000 unità). Numeri che spingono il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, a rivendicare il successo della politica messa in campo dal governo: “le chiacchiere stanno a zero, i posti di lavoro aumentano”. Ovviamente, aggiunge, “non basta, c’è ancora molto lavoro da fare, però è la conferma che siamo sulla strada giusta”.
Sono cresciuti del 7,1% i contratti a tempo determinato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (terzo trimestre 2013). Le nuove assunzioni sono maggiori nei settori più “tradizionali”, come industria e agricoltura a scapito dei sevizi in cui diminuiscono.
Il dato complessivo delle nuove assunzioni nel periodo di riferimento è di 2milioni e 437mila, mentre le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 2milioni e 415mila. In particolare le cessazioni hanno riguardato soprattutto contratti a termine non rinnovati nel 65% per cento dei casi. Nel 55% dei casi di fine del rapporto di lavoro la causa è stata il pensionamento. Mentre le nuove assunzioni per il 70% circa sono avvenute con contratti a termine. Cresce anche l’apprendistato del 3,8% confermando il trend di crescita rispetto al precedente trimestre che è stato del 16%. Questi i dati resi noti dal Sistema Informativo delle comunicazioni obbligatorie sull’avviamento al lavoro per il terzo trimestre 2014.