I nuovi dati sulla disoccupazione in Italia diffusi il 28 febbraio dall’Istat sono valsi un tweet di Matteo Renzi che ha cinguettato: “La disoccupazione è al 12,9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobsAct #lavoltabuona”. Dati record dunque, mai così alti dal 1977. Basta pensare che dall’inizio della crisi nel 2008 si sono persi 984.000 posti di lavoro. Il report preoccupa non poco e richiede un intervento immediato che il Presidente del Consiglio individua nella riforma del lavoro da lui stesso proposta.
Il dettaglio – Dallo scorso dicembre i disoccupati sono aumentati dell’1,9% arrivando al 12,9%, per un totale di 3.293.000 italiani senza lavoro (di cui quasi la metà risiedenti nel Mezzogiorno e in sette casi su dieci per perdita della precedente occupazione), ovvero 260.000 in più rispetto a gennaio 2013. Per quanto riguarda la disoccupazione degli individui tra i 15 e i 24 anni il tasso, in aumento sia rispetto a dicembre che rispetto all’anno scorso, ha raggiunto il 42,24%. Sono 690.000 i giovani disoccupati. Diffusi anche i numeri sull’occupazione: 22.259.000 sono gli occupati a gennaio 2014, numero che registra una diminuzione dell’1,5% su base annua, ma che rimane sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. Come fa notare Il Post, la disoccupazione è aumentata nonostante l’occupazione sia rimasta stabile perché sono aumentate le persone che hanno iniziato a cercare lavoro.
Il confronto con l’Europa – Nell’Unione Europea il tasso medio di disoccupazione rilevato a gennaio 2014 rimane stabile al 12%. In tredici Paesi il numero dei disoccupati è aumentato (ad esempio Cipro, Grecia, Croazia, Italia, Paesi Bassi), mente in altrettanti tredici è diminuito (come in Lettonia, Portogallo, Ungheria, Irlanda, Lituania). La disoccupazione rimane un fenomeno critico in Grecia e Spagna dove i tassi registrati sono i più alti d’Europa, rispettivamente del 28% e del 25,8%.