(AGI) – Il tasso di disoccupazione raggiungerebbe quota 12,7% nel 2014. Lo stima l’Istat nelle Prospettive per l’economia italiana 2014-2016. Una stabilizzazione dell’indicatore e’ prevista avviarsi nella seconda meta’ dell’anno con riflessi sul 2015, anno in cui è attesa una riduzione del tasso al 12,4%. Il tasso di disoccupazione e’ previsto scendere ulteriormente nel 2016. Le unità di lavoro si ridurrebbero dello 0,2% nel 2014 per poi aumentare dello 0,6% nel 2015 e dello 0,8% nel 2016. “Le condizioni del mercato del lavoro sono previste rimanere deboli nel periodo di previsione”, spiega l’Istat nel rapporto. In particolare il recupero dei livelli occupazionali rispetto a quelli precedenti alla crisi è previsto essere graduale. Nell’anno in corso, la riduzione dell’occupazione, che ha registrato una caduta significativa a partire dalla seconda meta’ del 2013, sarebbe attenuata dall’atteso miglioramento del ciclo economico.
Nella media del 2014, l’occupazione, misurata in termini di unità di lavoro standard, continuerebbe a contrarsi (-0,1%), ma in misura nettamente piu’ contenuta dell’anno precedente (-1,9%), per tornare a crescere nel 2015 (+0,6%) e nel 2016 (+0,8%). Le indicazioni positive sul livello dell’occupazione per il primo trimestre del 2014 non avrebbero impatto immediato sul tasso di disoccupazione a causa del possibile aumento delle forze di lavoro. Il tasso di disoccupazione in media d’anno si stabilizzerebbe a quota 12,7% (5 decimi in piu’ rispetto al 2013).
Un lieve miglioramento dell’indicatore e’ atteso avviarsi nella seconda metà del 2014, in linea con la ripresa degli investimenti da parte delle imprese. Conseguentemente nel 2015 il tasso di disoccupazione è previsto raggiungere il 12,4%. Sulla dinamica del tasso di disoccupazione nel periodo di previsione influisce il fenomeno dei disoccupati di lunga durata (le persone in cerca di occupazione da un anno o piu’), per i quali sono minori le possibilita’ di reimpiego.
Nel 2013 in Italia, la quota dei disoccupati di lunga durata è risultata la più elevata tra i principali paesi europei, con un crescita rispetto all’anno precedente di circa 6 punti percentuali. Tale componente e’ cresciuta significativamente (circa il 56,4% del totale dei disoccupati, erano il 45,1% all’inizio della crisi), sia nel Mezzogiorno, la ripartizione territoriale tradizionalmente piu’ colpita da questo fenomeno, sia nel Nord-Est dove la situazione occupazionale è relativamente migliore. In un contesto caratterizzato da tassi di disoccupazione storicamente elevati e da una ripresa molto graduale della domanda di lavoro, le retribuzioni per dipendente continuerebbero a mostrare incrementi modesti (+1,3% nel 2014, +1,5% nel 2015, +1,6% nel 2016), anche a causa del previsto perdurare del blocco retributivo nel settore pubblico. Nel complesso, la produttivita’ del lavoro tornerebbe su valori positivi nell’anno in corso, supportata da una dinamica contenuta delle unita’ di lavoro e dalla ripresa dell’accumulazione di capitale.