L’atteso Decreto Rilancio che, come dice il nome stesso, ha come obiettivo quello di far ripartire l’economia italiana è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio. E contiene diverse novità per quanto riguarda il mondo del lavoro durante la cosiddetta fase 2 dell’emergenza da Coronavirus. Misure per sostenere i lavoratori che hanno fatto e stanno facendo fatica durante questo difficile periodo, ma anche per le aziende. Vediamo tutto quello che c’è da sapere, iniziando proprio dai lavoratori.
Il reddito di emergenza: come funziona. L’acronimo REM ricorda forse più il gruppo musicale di Michael Stipe che il cosiddetto reddito di emergenza, ma battute a parte si tratta di uno dei tanti sostegni economici che lo Stato ha previsto a partire dal mese di maggio in poi. Alle famiglie in difficoltà, è stato infatti riconosciuto un sussidio che viene dato per 2 mesi e va fino a un massimo di 800 euro al mese.
Chi può richiederlo? I nuclei familiari che hanno i seguenti requisiti:
- residenza in Italia
- un reddito mensile inferiore ai 400 euro per nuclei familiari composti da una sola persona, 800 se composti da più persone
- patrimonio mobiliare sotto i 10mila euro e fino a un massimo di 20mila euro in base al nucleo familiare e all’eventuale presenza di persone con disabilità
- ISEE sotto i 15mila euro.
Chi possiede questi requisiti potrà fare richiesta per ottenere il reddito di emergenza entro il 20 luglio 2020.
Proroga cassa integrazione d’emergenza. La cassa integrazione, che è stata protagonista della fase 1, lo sarà anche della fase 2; il Decreto Rilancio, infatti, prevede delle sostanziali proroghe. Oltre alle 9 settimane che erano già state previste per il periodo dal 23 febbraio al 31 agosto 2020, i datori di lavoro potranno incrementare la cassa integrazione per emergenza Covid-19 di altre 5 settimane, sempre nello stesso periodo. Questo, però, solo se avranno fruito interamente delle 9 settimane già previste. Inoltre, avranno la possibilità di chiedere ulteriori 4 settimane nel periodo che va dall’1 settembre al 31 dicembre 2020. A ogni modo, chi beneficia dell’assegno ordinario potrà ottenere anche l’assegno familiare. Inoltre, viene innalzato a 18 settimane massimo il trattamento ordinario salariale per quelle aziende che sono già in cassa integrazione straordinaria nonché per quelle che lo sono in deroga. I datori di lavoro che comunque che non riescono ad anticipare gli ammortizzatori sociali potranno richiedere il pagamento direttamente all’Inps.
Stop ai licenziamenti per altri 5 mesi. Il Decreto Rilancio, poi, chiarisce la situazione per quanto riguarda i licenziamenti. Stando a quanto era stato previsto dal Decreto Cura Italia infatti il tempo massimo per mettere i licenziamenti in stand-by avrebbe dovuto concludersi in questi giorni. È invece stato prorogato di 5 mesi il termine entro il quale vengono sospesi i licenziamenti. Vale a dire che in questo lasso di tempo sono vietati i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo e quelli collettivi così come sono sospese tutte le procedure in corso da qui fino a fine ottobre, sostanzialmente.
Proroga naspi e Diss-Coll 1. Come si legge nel Decreto Rilancio, chi usufruiva di prestazioni relative alla disoccupazione come la Naspi e la Dis-Coll 1 (la prima per i lavoratori con contratto a termine o indeterminato, la seconda per i collaboratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa) e avrebbe dovuto ottenere l’indennità fino al 30 aprile, potrà averla per altri 2 mesi a decorrere dal giorno di scadenza. Per intenderci: chi avrebbe dovuto percepire l’ultima indennità di disoccupazione il 15 aprile, per esempio, potrà averla fino al 15 giugno. Questo vale, però, per chi è escluso da altre misure di sostegno previste per l’emergenza Coronavirus.
Bonus autonomi: cosa prevede il Decreto Rilancio. Il Decreto Rilancio ha previsto diverse novità anche per quanto riguarda l’indennità dei lavoratori autonomi che, dopo avere ricevuto il bonus nel mese di marzo, erano in attesa di sapere se avrebbero ancora un’assistenza economica. La risposta è sì, con tutte le dovute differenze. Ecco il bonus autonomi situazione per situazione:
- prevista indennità anche per il mese di aprile di 600 euro per i co.co.co e gli autonomi con partita Iva iscritti alla Gestione Separata dell’Inps
- 1000 euro andranno invece ai liberi professionisti titolari di partita Iva, iscritti alla Gestione separata INPS, purché abbiano subito una riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020. Questa sarà per il mese di maggio.
Come si fa a calcolare la riduzione? Viene individuato il cosiddetto “principio di cassa”: ossia si considera la differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese effettivamente sostenute nel periodo interessato e nell’esercizio dell’attività, comprese le eventuali quote di ammortamento. Per avere dunque l’indennità, bisogna fare domanda all’Inps con allegata autocertificazione di essere in possesso dei requisiti previsti. - 1000 euro per maggio vengono destinati anche ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa che hanno interrotto il rapporto di lavoro, non titolari di pensione né iscritti ad altre forme previdenziali
- 600 euro, invece per il mese di aprile, per i lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago (Assicurazione generale obbligatoria) e che a marzo hanno ricevuto già i 600 euro
- è riconosciuta un’indennità per i mesi di aprile e maggio, pari a 600 euro per ciascun mese, ai lavoratori autonomi privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020 siano stati titolari di contratti autonomi occasionali e che non abbiano un contratto in essere alla data del 23 febbraio 2020. Purché, per via di tali contratti, si siano già iscritti alla Gestione separata dell’Inps
- 600 euro sono riconosciuti per aprile ai lavoratori del turismo e degli stabilimenti termali già beneficiari dell’indennità di marzo. Questo vale sia per gli stagionali che per i lavoratori in somministrazione degli stessi settori
- 500 euro vanno per il mese di aprile ai lavoratori del settore agricolo che hanno già beneficiato dell’indennità di marzo
- 600 euro mensili, per aprile e maggio, vanno a individuati lavoratori dipendenti e autonomi che a causa dell’emergenza Coronavirus si sono visti interrompere il rapporto di lavoro o ridurre l’attività lavorativa purché non siano titolari di altro contratto a tempo indeterminato o di pensione
- 600 euro per i mesi di aprile e maggio vanno anche ai lavoratori del Fondo per lo spettacolo, con gli stessi requisiti e senza essere titolari di contratto subordinato o pensione
- 600 euro mensili sempre per aprile e maggio vanno ai professionisti iscritti a enti di diritto privato per la previdenza obbligatoria
Bonus per i lavoratori domestici e sportivi. Il Decreto Rilancio ha pensato anche ad altre due categorie di lavoratori. Eccole nello specifico:
- 500 euro mensili per aprile e maggio vanno ai lavoratori domestici che al 23 febbraio avevano uno o più contratti di lavoro della durata superiore a 10 ore settimanali, purché non convivano con il datore di lavoro.
- 600 euro per i mesi di aprile e maggio vanno ai lavoratori sportivi impiegati con contratti di collaborazione riconosciuti dalla società Sport e Salute S.p.A
- 600 euro vanno anche a coloro, sempre tra i lavoratori sportivi, che avevano ottenuto l’indennità di marzo
Quanto ai lavoratori sportivi dipendenti iscritti al Fondo Pensioni Sportivi Professionisti, che hanno una retribuzione annua lorda pari a 50mila euro, c’è la possibilità di avere un trattamento di integrazione salariale per un massimo di 9 settimane.
Bonus baby sitter e permessi per genitori. Novità anche per quanto riguarda il bonus baby sitter che viene innalzato dai 600 euro iniziali previsti fino a 1200 euro per tutti quei genitori che non possono restare a casa con i figli che hanno un’età fino ai 12 anni. Tale bonus è innalzato fino a 2000 euro per chi lavora nelle forze dell’ordine e nel settore sanitario, pubblico o privato. Per i genitori che non vogliono avvalersi di baby sitter, c’è la possibilità di utilizzare il bonus per i centri estivi o per servizi socio-educativi territoriali ecc. Quanto ai permessi o meglio ai congedi parentali, per chi resta a casa con i figli, invece, vengono innalzati fino a 30 giorni per i genitori di figli fino a 12 anni che lavorano nel settore privato. In tal caso l’indennità è pari al 50% dello stipendio. Tali congedi saranno fruibili fino al 31 luglio 2020.
Smart working per genitori con figli fino a 14 anni e nella PA. Per i genitori dipendenti del settore privato c’è un’altra novità prevista dal Decreto Rilancio: anche in assenza di accordi individuali con la propria azienda, hanno diritto a lavorare in smart working fino alla cessazione dell’emergenza. Purché siano genitori di ragazzi fino ai 14 anni. Il lavoro agile è previsto anche per chi lavora nella Pubblica Amministrazione secondo le modalità decise con l’ente e fino al 31 dicembre di quest’anno.
Permessi 104 e Coronavirus. Per chi usufruisce dei permessi secondo la legge 104/1992 – ossia per chi ha mogli/mariti, compagni, figli, genitori con handicap o gli stessi lavoratori disabili – sono stati innalzati fino a 12 giornate, retribuite.
La quarantena è equiparata alla malattia. Dal punto di vista economico e della retribuzione, e fino al 31 luglio, il periodo di quarantena per evitare la diffusione del contagio e anche per chi sospetta di avere i sintomi è equiparato alla malattia. Questo vale sia per i dipendenti del pubblico che del privato.