Ogni giorno una notizia di una morte sul lavoro. In questi primi 3 mesi del 2018, secondo l’Inail, si contano già 151 vittime (erano 133 nello stesso periodo dello scorso anno). Dal 2000 al 2016, nel periodo della crisi, abbiamo assistito a un calo costante, gli infortuni con esito mortale si erano dimezzati, ma dal 2017 sono tornati a crescere (1029). In questi 3 mesi ci sono stati un maggior numero di incidenti che hanno coinvolto più persone, almeno 2 lavoratori.
Secondo gli osservatori questa crescita è dovuta alla ripresa economica, accompaganta da un maggior utilizzo di lavoratori over 60, più esposti a incidenti, e a contratti a tempo determinato che portano a una maggiore rotazione dei lavoratori che difficilmente accumulano esperienza, soprattutto sul fronte dei rischi.
Naturalmente a tutto ciò si aggiungono gli scarsi investimenti in sistemi di prevenzione da parte di alcune imprese, soprattutto le più piccole. D’altro canto il sistema dei controlli pubblici è totalmente inadeguato.
Secondo i dati 2017 dell’Inail, gli infortuni, nel loro complesso, diminuiscono (-0,2%), ma nelle Regioni dove c’è maggior lavoro, come in Lombardia ed Emilia Romagna sono in aumento.