Cosa succederà allo smart working se dovesse essere prorogato lo stato d’emergenza? È la domanda che in molti si stanno facendo dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che l’1 ottobre ha dichiarato che il Governo andrà in Parlamento a chiedere la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio.
Nel momento in cui scriviamo, senza dunque proroga dello stato d’emergenza, le cose dovrebbero cambiare a partire dal 15 ottobre in poi, la deadline di cui si era parlato in estate e che in teoria dovrebbe restare lo spartiacque tra l’emergenza e il post emergenza. Ma dati i numeri attuali con i contagi in aumento (ma anche i tamponi) lo stato d’emergenza potrebbe essere protratto fino al 31 gennaio 2021. Dal punto di vista del lavoro, se così fosse, resterebbe valido quanto è adesso. Vediamo meglio in dettaglio.
Smart working semplificato con la proroga. Con la proroga dello stato d’emergenza resterebbe valido quanto è stato previsto dal Dpcm dell’1 marzo 2020 ossia di adottare lo smart working in modo semplificato e senza gli accordi individuali che sono previsti dalle legge sul lavoro agile ossia la 81/2017. Se invece lo stato d’emergenza finisse a metà ottobre, chi volesse fare smart working dovrebbe accordarsi con il datore di lavoro.
Lavoro agile per la Pubblica Amministrazione fino al 31 dicembre. Quanto ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, fino al 31 dicembre 2020, è previsto il lavoro agile per il 50% dei dipendenti purché svolgano mansioni che non richiedano la presenza in ufficio.
La situazione per i genitori di ragazzi under 14. Per i genitori con figli fino a 14 anni dipendenti del settore privato il Decreto Rilancio prevedeva che avessero diritto a lavorare in smart working anche in assenza di accordi individuali fino alla dichiarazione dello stato d’emergenza. Se dunque lo stato d’emergenza cessasse il 15 ottobre, il lavoro agile sarebbe possibile solo con accordi individuali.
Un discorso a parte, però, bisogna fare qualora ci siano contagi nella scuola frequentata dagli under 14: se questi ultimi dovessero trovarsi in quarantena per casi di Covid-19, i genitori potrebbero lavorare in smart working per l’intero periodo in cui saranno per l’appunto lontano da scuola. È quanto previsto dall’articolo 5 del Decreto 111/2020 che riguarda le le “Disposizioni urgenti per far fronte a indifferibili esigenze finanziarie e di sostegno per l’avvio dell’anno scolastico, connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”. Se però non è previsto che il lavoro dei genitori venga svolto in modalità smart, questi in modo alternato possono astenersi dal lavoro. In tal caso per tali periodi di congedo viene riconosciuta un’indennità al 50%.