Nel confronto in videoconferenza di ieri sera con il Governo, incontro che riprende oggi, Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto al premier Conte di passare alla fase 2 “secondo criteri intelligenti e di buon senso, nel rispetto della salute di lavoratori, pensionati e cittadini”. Per i Sindacati il punto di riferimento imprescindibile è il protocollo del 14 marzo volto a garantire la sicurezza dei lavoratori coinvolti, “quale condizione necessaria a riprendere la produzione e a dare un futuro al Paese.”
“Ma – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – i dispositivi di sicurezza. gli strumenti di screening, le attività negli appalti, ad oggi, non sono ancora sufficienti per garantire quella condizione! Così come si pone un problema di assicurare il distanziamento sociale sui mezzi di trasporto pubblico che saranno utilizzati dai lavoratori”.
Per i Sindacati è “impercorribile” l’ipotesi di riprendere tutte le attività, già a partire dal 27 aprile, proprio alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e sicurezza. Bisogna, dunque, attivarsi nei prossimi giorni per ottenere le necessarie garanzie e per evitare che si rischino dolorosi passi indietro sul fronte dei contagi”.
“Le aziende -esortano Cgil, Cisl, Uil utilizzino il tempo a disposizione per organizzare il lavoro sulla base delle indicazioni contenute nel Protocollo, che può essere migliorato e ampliato, ma certamente mai ridimensionato. Per noi, come convenuto anche dallo stesso Premier, quello resta una sorta di testo sacro per riprendere ovunque, gradualmente, la produzione e il lavoro in sicurezza”.
Cgil, Cisl e Uil chiedono inoltre di “attivare un tavolo di confronto a Palazzo Chigi sul tema della scuola e della pubblica amministrazione. Cosi come -sottolineano- va affrontato il problema della cura dei figli per i genitori che riprenderanno il lavoro”.