Nella condizione di emergenza a cui il nuovo Coronavirus ha costretto moltissimi settori dell’economia, ci sono tuttavia degli ambiti che al contrario stanno vivendo un incremento della propria attività. Una tra tutti, la categoria delle imprese di pulizia hanno visto in queste settimane un aumento anche piuttosto notevole della domanda dei servizi da loro offerti, in primis quelli di sanificazione, ora richiesti da un ben più ampio spettro di aziende e realtà industriali. Ne abbiamo parlato con Lorenzo Mattioli, Presidente Anip-Confindustria (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati).
Presidente Mattioli com’è cambiato con l’emergenza Coronavirus il lavoro per le aziende del vostro settore? Quale categoria ha visto l’incremento più significativo? Un contraccolpo c’è stato, ma è stato proporzionale alle dimensioni dell’azienda. Quelle più grandi hanno retto meglio l’urto determinato dalla pandemia, con un incremento delle attività a due cifre. L’attività di sanificazione, in particolare, è aumentata di 4-5 volte, perché non più connessa al solo comparto ospedaliero, ma estesa a tutti settori lavorativi che in fase di lockdown hanno continuato a funzionare.
A proposito della necessità di sanificazioni costanti delle aziende, le vostre imprese sono pronte ad attivarsi in tal senso? C’è personale a sufficienza o prevedete un’intensificazione delle assunzioni? Certamente le aziende del settore si sono da molto tempo professionalizzate e qualificate per questo, diversamente da chi oggi in nome di un facile business si improvvisa sul mercato, facendo danni notevoli. Ogni realtà ha ovviamente le sue esigenze e peculiarità e non è possibile quantificare in termini assoluti quanto nuovo personale verrà ingaggiato. Molte imprese avranno necessità di ulteriore personale che dovrà essere opportunamente formato per essere pronto alle nuove sfide che la sanificazione impone. Tutto dipenderà dall’andamento della emergenza e dell’economia nel suo complesso.
Ha definito insufficiente il credito d’imposta di 20mila euro predisposto dal decreto Cura Italia per far fronte alle sanificazioni dei locali di imprese o aziende. Cosa vi aspettate e chiedete al governo in questo momento così delicato? Secondo le nostre stime una corretta e profonda opera di igiene, pulizia e sanificazione richiederebbe un incentivo maggiore per le imprese che vogliono operare in sicurezza. Parliamo di quasi 10 volte quello che è attualmente stanziato. Abbiamo una interlocuzione costante con il governo e le forze parlamentari, proprio per far si che nella fase emendativa si arrivi ad aumentare la dotazione per il credito d’imposta, oltre ad incrementare il tetto oggi fissato a 20mila euro. Ci aspettiamo una risposta, coerentemente al fatto che la sanificazione è stata concepita, come una condizione necessaria alla ripartenza del Paese. Anche se, occorre dirlo, nella task force che affianca il governo non ci sono esperti provenienti dal mondo dei servizi, cosa che ci preoccupa non poco
Il vostro settore coinvolge migliaia di lavoratori, siete state adeguatamente forniti in fatto di dispositivi di protezione individuali? Quella dei Dpi è una questione annosa e per la quale ci siamo battuti sin dai primi momenti dell’emergenza, vedendo che alle nostre imprese ed ai nostri lavoratori, seppur considerati essenziali, non era garantito l’approvvigionamento di mascherine. Una grave criticità se si considera i tanti lavoratori impegnati sul fronte sanitario in situazione di elevato rischio infettivo. Tranne che per l’iniziativa di qualche Regione, le nostre imprese si sono fatte carico dell’approvvigionamento ma auspichiamo che nella fase 2 si possa contare su forniture adeguate per il mondo dei Servizi che conta oltre 500mila lavoratori.