Uno stanziamento di 3,6 miliardi di euro: a tanto ammonta la somma predisposta dal governo per fronteggiare gli effetti economici del coronavirus. Una operazione che “verrà approvata entro questa settimana”, secondo il viceministro all’economia Antonio Misiani. Una cifra importante ma “non sufficiente” per i sindacati.
Pollice verso sulla proposta anche dal presidente Confindustria Vincenzo Boccia che, interpellato da Radio 24, commenta: “Non bastano i 3,6 miliardi di sforamento, né basta una operazione sicuramente positiva di flessibilità: serve un’operazione straordinaria e di shock nel mondo dell’economia. Occorre agire in chiave straordinaria”.
Per il segretario Cgil Maurizio Landini invece “non bisogna ragionare solo secondo una logica di emergenza, il punto su cui ragionare è come si “utilizza” quello che sta succedendo per affrontare i problemi di fondo che il nostro Paese aveva comunque”. I sindacati hanno chiesto nuove assunzioni strutturali nel settore sanità, la definizione lavorativa dei precari e lanciato anche una proposta per fronteggiare la crisi del turismo: musei ed eventi gratis nel periodo estivo, una volta superata l’emergenza sanitaria. “Dobbiamo dare l’idea – dice Landini – che combattuto il virus la vita deve riprendere, dobbiamo tornare a far girare le persone”.
Lo stanziamento di 3,6 miliardi di euro, pari allo 0,2% del Pil, si va ad aggiungere ai 900 milioni già stanziati con il decreto di venerdì. È la fase due già annunciata dal ministro Roberto Gualtieri, il titolare dell’economia che, interpellato da Repubblica, si dice “sicuro che l’Italia otterrà flessibilità sul deficit dalla Commissione europea come previsto dal patto di stabilità per i Paesi alle prese con circostanze eccezionali”. Poi, se sarà necessario, scatterà la fase tre. Ovvero “un piano straordinario e coordinato dalla Ue” ma in questo caso -dice Gualtieri- “il tema non sarebbe più, solamente, concedere maggiore flessibilità all’Italia”.