L’Abi, Associazione Bancaria Italiana, è favorevole ad attivare da subito prestiti che consentano ai lavoratori sospesi dal lavoro a causa dell’emergenza Covid-19 di poter avere dalle banche un’anticipazione rispetto al pagamento che riceveranno dall’Inps della cassa integrazione prevista nel “cura-Italia”. E’ quanto si apprende da una nota, secondo cui è pronta a rendere immediatamente operativa la precedente Convenzione, cui hanno fatto appello anche i sindacati.
La soluzione che il governo sta valutando consentirebbe di abbreviare i tempi di erogazione dei 10 miliardi stanziati dal decreto Cura Italia per 11 milioni di lavoratori fermi, sotto forma di Cassa integrazione, ordinaria, in deroga, Fis, o di indennità da 600 euro. I sindacati fanno riferimento al vecchio accordo siglato con l’Abi, rinnovato a più riprese nel decennio della crisi finanziaria del 2008 per anticipare la sola Cassa in deroga. I vertici Abi lanciano un appello affinché anche le altre parti coinvolte diano massima e immediata disponibilità a concordare urgentemente le modalità operative.
“Sto emanando – annuncia a Circo Massimo su Radio Capital il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo – un ulteriore decreto ministeriale per tutelare tutti gli autonomi iscritti alle casse di previdenza private. Ora stiamo scrivendo le nuove misure e sicuramente i 600 euro per le partite Iva saranno confermati, anzi è allo studio un aumento. Stiamo prevedendo un indennizzo per tutti, per coprire tutti i lavoratori”. Per la Cig “ci saranno tutte le risorse necessarie e già nel primo provvedimento da 25 miliardi di euro, 11 erano sul tema lavoro. Lo stanziamento per il prossimo decreto sarà almeno della stessa cifra con una attenzione a tutti i lavoratori”.