“La proposta di legge sulla parità salariale approvata ieri alla Camera è sicuramente un passo avanti importante visto che in questo campo l’Italia è agli ultimi posti in Europa, con un impatto molto negativo in termini di crescita economica e di natalità”. La senatrice Donatella Conzatti (Iv) ha commentato così alla Dire la proposta di legge di Chiara Gribaudo (Pd), al momento in attesa di approvazione al Senato.
“Per prima cosa sono da tempo convinta che la politica per decidere debba basarsi sui dati, e quindi, sia la relazione delle consigliere di parità da presentare ogni due anni al Parlamento sia il rapporto che le aziende pubbliche e private sono tenute a presentare costituiscono entrambi metodi virtuosi per fornire alla politica le informazioni di cui ha bisogno per intervenire”, ha spiegato.
“La vera grande novità resta però la Certificazione aziendale sulla parità di genere che come Italia Viva abbiamo proposto in sede di redazione del Pnrr”. Per la senatrice, se la parità è uno dei tre obiettivi trasversali del Piano, è necessario premiare le imprese pubbliche e private che si impegnano a garantire percorsi di carriera, salari paritari e politiche di conciliazione che li rendano possibili. “Abbiamo proposto che le imprese certificate beneficino di maggiori punteggi nei bandi di gara, negli appalti, nell’accesso a contributi pubblici e in questo disegno di legge c’è solo un primo passo: uno sgravio sui contributi previdenziali massimo di 50 mila euro per azienda finanziato con un Fondo di 50 milioni all’anno”.
Pur riconoscendo “il principio sicuramente buono alla base della estensione della legge Golfo-Mosca alle partecipate pubbliche”, la senatrice ha espresso delle critiche rispetto ai rischi di “una discrasia con la legge Golfo-Mosca scritta per le società quotate che proprio come Italia Viva due anni fa abbiamo prorogato e potenziato, portando dal 30 al 40% la presenza obbligatoria di donne sia nei consigli di amministrazione che negli organi di controllo”.
Per applicare le stesse regole anche alle società partecipate pubbliche andrebbe quindi modificato l‘articolo 11 del Testo Unico 175/2016 così da non creare “un corto circuito normativo”. Aspetti di natura tecnica che per la senatrice Conzatti necessitano di una “analisi giuridica che cercheremo di fare al Senato, perché sono convinta che anche nelle pubbliche si possa arrivare ad avere una presenza femminile del 40% come è accaduto nelle quotate, servono però gli strumenti per applicare davvero questa legge“. Conzatti conclude con un giudizio complessivo: “Con questo disegno di legge frutto delle idee di molti è stato fatto un grande passo avanti e credo che con il lavoro al Senato si potrà essere ancora più efficaci”.
Fonte: Agenzia Dire