Sulle questioni del lavoro e della crescita si è distratta una larga parte della politica. Ad osservarlo è il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, in un’intervista rilasciata a Il Foglio. Il Sud in recessione, l’economia nazionale in stallo e l’arretramento della Germania meritano molta più attenzione. Per questo – spiega Boccia – serve da tempo un cambio di metodo in chiave italiana e europea. Bisogna stabilire gli effetti che si vogliono ottenere sull’economia reale, decidere quali strumenti utilizzare e individuare le risorse.
Avere priorità. Per quanto ci riguarda – afferma ancora il presidente di Confindustria – l’obiettivo è creare lavoro anche con un grande piano d’inclusione per i giovani perché è il lavoro il vero elemento di coesione nazionale, non a caso richiamato nel primo articolo della Costituzione. La questione non è andare al voto o meno. Il punto di partenza, ripetiamo, è quali obiettivi ci diamo, quale idea di società vogliamo realizzare, quali risultati vogliamo conseguire. Tenendo presente che siamo la seconda manifattura d’Europa e che dobbiamo stare molti attenti a non diventare la terza.
Crescita e lavoro. Due temi che, secondo Boccia, devono essere al centro di qualsiasi progetto politico. Per essere ancora più chiari: quale sarà l’orientamento sul taglio del cuneo fiscale, che per noi non può essere oggetto di uno scambio con il salario minimo legale, ma deve servire a rafforzare le buste paga dei lavoratori? Quale sarà l’approccio verso importanti opere infrastrutturali, a partire dalla Gronda? Assisteremo ancora a un balletto dei no o ci sarà una chiara decisione a favore del rilancio delle infrastrutture in chiave italiana ed europea attraverso l’eventuale emissione di eurobond?
Le infrastrutture. Esse funzionano in maniera anticiclica, collegano persone e territori, aumentano la dotazione di capitale di un paese. Uno studio – si legge nella nota di Confindustria – rivela che tutte le città raggiunte dalla linea veloce dei treni sono cresciute più delle altre. Dovrebbe essere, questa delle infrastrutture, una priorità della politica a partire dalla TAV e passando per la Gronda di Genova. E poi, che cosa si intende fare per rafforzare il nostro sistema industriale? E per creare lavoro per i giovani? Quali sono i progetti su scuola e università di cui in questi giorni però non si parla?
Il tema giustizia. Ci saranno interventi per riportare equilibrio ed efficienza? Non possiamo pensare che si allunghi la prescrizione senza ridurre la durata dei processi, lasciando persone e imprese per anni nell’incertezza. Se un accordo tra forze politiche porterà a un governo con una chiara visione strategica su questi temi, – conclude Boccia – allora bene, altrimenti si facciano scelte diverse.
La preoccupazione dei sindacati. Le innumerevoli vertenze aperte al MISE che riguardano centinaia di migliaia di posti di lavoro, il futuro e la qualità del nostro sistema industriale e produttivo. Ma anche i problemi della pubblica amministrazione, del sistema di istruzione e conoscenza e della sanità pubblica, il divario crescente tra Nord e Sud, la paralisi dei cantieri pubblici per le necessarie infrastrutture materiali e sociali, – fanno sapere CGIL, CISL e UIL in una nota congiunta diffusa recentemente – sono temi che hanno bisogno di risposte immediate. Punti imprescindibili che richiedono la necessità di un Governo nel pieno delle sue funzioni e non possono più aspettare le alchimie della politica.
L’unica strada percorribile. I sindacati elencano una serie di tematiche sulle quali occorre intervenire. Anzitutto un piano straordinario di investimenti pubblici in infrastrutture, reti, manutenzione del territorio, a partire dal Mezzogiorno. A ciò bisogna aggiungere un chiaro sostegno ad una nuova economia verde e che il tutto sia scomputato dai vincoli del patto di stabilità. E’ inoltre fondamentale una riforma fiscale fondata sul principio della progressività che riduca le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati; una vera lotta all’evasione fiscale ed al lavoro nero; il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati ed il riconoscimento del loro valore erga omnes, la detassazione degli aumenti salariali ed il superamento dei contratti pirata; riforma della pubblica amministrazione e assunzione di personale in tutti i comparti pubblici a partire dalla sanità; una nuova politica industriale che indirizzi i processi di innovazione, di crescita dimensionale delle imprese, garantisca il diritto permanente alla formazione e metta al centro la salute e la sicurezza sul lavoro; una nuova politica della cultura e del turismo asse di crescita per un paese quale l’Italia; una vera riforma delle pensioni che dia un futuro ai giovani, risponda ai bisogni delle donne e riconosca i lavori più disagiati.