Lo scorso 18 settembre, si è tenuto a Roma l’ultimo di una serie di incontri riguardante l’acquisizione del gruppo Auchan/Sma da parte di Conad, una maxi operazione che coinvolge 18.000 lavoratrici e lavoratori. L’abbandono del territorio italiano da parte di Auchan attraverso la cessione della totalità delle quote azionarie a BDC – società Conad neocostituita – desta una profonda preoccupazione per i possibili impatti negativi dell’operazione sotto il profilo occupazionale, retributivo e dei diritti.
Ad oggi, l’azienda ha avviato le procedure di trasferimento per solo 18 dei 45 negozi che insistono sul nostro territorio e permangono dubbi e perplessità a cui ad oggi, mancano risposte certe. Quale prospettiva e quali garanzie offre Conad alle migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano nei negozi e nella sede di Roma e del Lazio? Se Auchan abbandona l’Italia e Conad non prende tutti i negozi che fine fanno i lavoratori?
Ad oggi BDC-CONAD non è in grado di fornire garanzie, dichiara di non aver ancora definito il piano industriale in maniera compiuta e di fatto lascia tutti i dipendenti “acquisiti” dal 1 agosto in una condizione di gravissima incertezza. Se si considera la realtà di Roma e del Lazio, la preoccupazione è grande e diffusa. Oltre al fatto che ad oggi il processo di conversione include meno della metà dei negozi e circa il 30% del personale, non si può non tener conto che, ad esempio, per il formato IPER le criticità aumentano. Gli ipermercati nel mondo Conad, sono gestiti con punti vendita di metratura nettamente inferiore agli attuali 4 Iper Auchan di Roma e Fiumicino e questo determina grandi dubbi sulla reale intenzione di Conad di mantenere tutti i rapporti di lavoro in essere. Dubbi ai quali Conad non ha fornito per ora risposte chiare.
Nella lista delle “certezze mancanti” va poi inserito il tema del mantenimento dei diritti sindacali e delle tutele della Legge 300/70 per tutti i lavoratori che, nel percorso articolato di affitti e subaffitti di ramo d’azienda, potrebbero ritrovarsi ad essere impegnati in una piccola impresa, magari sotto i 15 dipendenti. “Insomma – concludono i Segretari – le buone intenzioni dichiarate non bastano, soprattutto se, mentre si discute di come tutelare i lavoratori in questo processo, le imprese Conad del territorio aprono procedure di mobilità, come avvenuto nei giorni scorsi con l’avvio di un licenziamento collettivo per 22 lavoratrici e lavoratori di un negozio Conad di Roma. Per noi – concludono – le lavoratrici e i lavoratori vengono e verranno sempre prima delle cose!”