La sentenza del Consiglio di stato pubblicata ieri, che annulla un bando del Mef del 2019, stabilisce che le pubbliche amministrazioni possono assumere consulenti a costo zero, senza appunto fissare un compenso. Un atteggiamento inaccettabile che dimostra ancora una volta la necessità di migliorare la norma sull’equo compenso che, per come scritta ora, fa acqua da tutte le parti.
“Sono anni che segnaliamo situazioni come questa”, le parole della presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci. In una nota del CoLAP :“Il lavoro deve essere pagato sempre ed è preoccupante che sia proprio il pubblico a non rispettare questo assunto. Si parla spesso di crisi e di interventi a supporto dei lavoratori autonomi e poi ci troviamo con bandi del genere. Si tratta dell’ennesima dimostrazione del fatto che la norma sull’equo compenso è scritta male e non tutela realmente i professionisti italiani. E quella approvata in prima lettura dalla Camera dei deputati non riuscirà di certo a risolvere queste problematiche”.
La nuova proposta di legge sull’equo compenso, infatti, non allarga il campo di applicazione a tutte le funzioni della Pa e rischia di generare ancora più confusione, con una serie di norme non chiare che potrebbero peggiorare la situazione invece di migliorarla. “Paga sempre e solo pantalone”, il commento della presidente Alessandrucci. Inoltre, rimane la possibilità per la Pa di indire bandi senza la previsione di un compenso: come affermato anche dal Consiglio di stato, infatti, l’equità del compenso deve essere garantita solo quando lo stesso è fissato. Se, invece, un bando non prevede una paga per il professionista assunto, non essendoci un compenso, non dovrà essere garantita la sua equità “Basta con il lavoro gratuito, basta con i professionisti trattati come lavoratori di serie B. Serve più rispetto per l’attività professionale, in particolare da parte degli uffici pubblici”, conclude la presidente del CoLAP. “Sono anni che dialoghiamo con le varie forze politiche avanzando proposte di modifica alla norma che consentano una reale tutela per i professionisti. Gli strumenti e le possibilità per migliorarla ci sono. Forse, manca invece la volontà politica”.