I professionisti sono stati tra le categorie più colpite dalla pandemia, con la maggior parte di essi che ha le attività paralizzate da oltre un anno. E oltre il danno, i ristori a singhiozzo e i sostegni esigui, anche la beffa; ad oggi, siamo fuori dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonostante i tanti appelli e la manifestata volontà di collaborazione. I professionisti del CoLAP rappresentano il 4% del pil e se si vuole davvero ripartire è necessario impostare un discorso con questa forza produttiva, che deve essere costante nel tempo e non occasionale.
“È nel nostro mondo che trovano spazio l’innovazione, la creatività, l’inventiva”, le parole della presidente del CoLAP Emiliana Alessandrucci. “Tra i nostri associati, molti appartengono a professioni nuove che occupano nuovi spazi di mercato, in costante crescita. Tagliarli fuori vorrebbe dire rinunciare ad una fondamentale dose di competitività e competenza. Leggiamo sui giornali che i dialoghi aperti, invece, sono quelli verso le professioni tradizionali attraverso i rappresentanti degli ordini. Ci domandiamo perché, proprio ora che c è più che mai il bisogno del contributo di tutti, si sia così selettivi”.
Dallo scoppio della pandemia, il CoLAP ha implementato la sua attività, andando a presentare una serie di proposte finalizzate a migliorare il mercato del lavoro italiano: dal pacchetto di misure “5C per il rilancio” al più recente piano di riaperture delle attività: “Aspettiamo ormai da mesi”, le parole della presidente Alessandrucci, “di poter presentare le nostre proposte ai ministeri chiave per il mondo professionale, da quello del lavoro a quello dello sviluppo economico passando per quello della funzione pubblica. Lo stesso premier Draghi ha invitato alla necessità di garantire libera concorrenza cercando il supporto di tutte le realtà produttive. Ancora una volta, saremo a disposizione per offrire il nostro contributo, che è poi il contributo dei professionisti”.