Riguardo alla carenza di organico in ambito medico-sanitario, una delle criticità più urgenti legate all’emergenza legata alla diffusione del Covid-19, il Coronavirus, il Cnel in una nota ritiene utile ricorrere “all’assunzione con contratti di lavoro autonomo o di somministrazione, più che con il richiamo di personale in quiescenza”. L’emergenza ha accentuato le criticità del sistema Paese. Favorire l’accesso alla professione medica e ripensare la normativa sul lavoro autonomo tra le priorità.
“L’emergenza Coronavirus deve essere affrontata tenendo conto di un orizzonte di lungo periodo, non soltanto attraverso l’introduzione di misure urgenti, che il Cnel condivide, intraprese durante la crisi epidemiologica. L’emergenza in corso mette in luce gli effetti drammatici di un processo di riduzione del finanziamento del sistema di investimenti pubblici durato molti anni e di una composizione della spesa pubblica inefficace”. È quanto scrive il presidente del Cnel, Tiziano Treu, nel documento di Osservazioni e proposte, redatto, sentite le parti sociali, sul ddl A.S. 1746 di conversione in legge del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, recante “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, all’esame della V Commissione Bilancio del Senato.
“L’assunzione di iniziative immediate e straordinarie non deve né può essere limitata ai Comuni e alle Regioni interessati dai focolai dell’infezione, in quanto i danni che lavoratori e imprese subiscono non sono, purtroppo, circoscrivibili a tali aree. L’emergenza epidemiologica, infatti, interviene in un contesto di ‘blocco produttivo’ e ristagno di produttività che da anni continua a caratterizzare interi settori dell’economia italiana. L’impatto economico dell’emergenza sarà pertanto rilevante e duraturo, sui settori industriale, agricolo e dei servizi – si legge nel documento Cnel – Ciò rende necessari interventi sul fronte bancario (con la sospensione delle rate dei finanziamenti e agevolazione del credito), su quello lavoristico (con estensione degli ammortizzatori sociali alle microimprese e ai lavoratori autonomi) e tributario. L’emergenza impone di rivedere i vincoli generali (fiscal compact compreso) con decisioni tempestive, in un’ottica generale che va oltre l’emergenza in atto”.
“In materia di pubblico impiego, è assolutamente condivisa la specificazione che il periodo di malattia o di quarantena con sorveglianza attiva venga equiparata al ricovero ospedaliero, senza quindi far decorrere le decurtazioni salariali previste in caso di malattia ordinaria, e che le assenze dovute a provvedimenti di contenimento del rischio di contagio vengano considerate sul piano retributivo come presenza a tutti gli effetti (ad eccezione dell’indennità sostitutiva di mensa). Si rileva come, con questo provvedimento, venga colmata una lacuna normativa relativa al caso di assenza forzata dal servizio per ordine della pubblica autorità”, aggiunge il Cnel.
Le misure. A proposito delle misure previste per i lavoratori autonomi, messi a dura prova dall’emergenza, “bene l’indennità mensile di 500 euro per i lavoratori autonomi, i cococo e gli agenti rappresentanti, prevista dall’articolo 16, che appare come un primo intervento che può aprire un dibattito per una riforma strutturale ormai improcrastinabile. Perplessità, invece, emergono sull’estensione generalizzata della tutela a tutte le professionalità della ‘galassia’ del lavoro autonomo, senza tener conto delle differenze esistenti anche solo in termini di reddito e soprattutto senza alcuna relazione rispetto al reddito percepito nei mesi precedenti l’emergenza sopravvenuta”.
Le richieste. Il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, interviene anche sull’articolo 17 dell’A.S.1746. “È positiva la misura sul riconoscimento di trattamenti di cassa integrazione salariale in deroga per i casi di pregiudizio derivante dalle ordinanze emanate dal Ministero della salute. Tuttavia, tale strumento, con il quale si fornisce una risposta ad un’importante platea di lavoratori che rischiano di essere privi di ogni forma di garanzia reddituale, non può limitarsi alle tre Regioni indicate nel provvedimento, né a un solo mese di durata. Sarebbe utile estenderne la misura a tutte le Regioni, e includere le società partecipate nonché le aziende speciali. Riguardo alla carenza di organico in ambito medico-sanitario, il Cnel ritiene utile sottolineare che una possibile soluzione al problema può rinvenirsi nell’assunzione con contratti di lavoro autonomo o di somministrazione, più che con il richiamo di personale in quiescenza”.
Un riferimento ai settori economici colpiti dalla crisi. “La gravità e la lunghezza della crisi in corso avranno impatti determinanti nei settori del commercio, pubblici esercizi e trasporti. In accordo con Confetra, è stato costituito un gruppo di lavoro dedicato alla logistica, settore che con 100mila imprese e un milione e mezzo di addetti produce 85 miliardi di euro di fatturato e rappresenta, nelle sue diverse espressioni a livello nazionale e locale, il raccordo tra manifattura e commercio. Il gruppo di lavoro ha l’obiettivo non solo di contribuire a superare l’emergenza, ma di individuare le azioni concrete da introdurre per agire sui fattori strutturali ed evitare il blocco del sistema. Le misure imposte per contenere il contagio non possono, infatti, che potenziare le criticità già evidenziate nei mesi scorsi dal Cnel nelle tre proposte di legge presentate alla Camera (C. 2086, C. 2087, C. 2088) per la semplificazione normativa del sistema della logistica italiana”, conclude il documento.