LabItalia – I datori di lavoro hanno difficoltà a trovare le figure richieste, in contrasto con la disoccupazione giovanile giunta al record storico. E’ quanto emerge dall’indagine svolta da Fondazione studi del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.
Sono tanti – Dai dati raccolti con il sondaggio svolto nel primo trimestre del 2014, presso gli iscritti all’Ordine, risultano essere 35.000 i posti disponibili che nessuno cerca e che nessuno vuole. Per questo motivo, nell’Italia della Youth Guarantee, dove dovranno essere investiti in modo intelligente 1,5 miliardi di euro, è opportuno studiare tutte le criticità legate a un mercato del lavoro che non corrisponde più alle reali esigenze del sistema e che conta oggi 3 milioni e 153 mila disoccupati.
I mestieri più richiesti – Dall’indagine risulta che per i cosiddetti ‘posti in piedi’, cioè quelli da svolgere manualmente, continua a sussistere un altissimo livello d’offerta, al quale non corrisponde altrettanta domanda: si tratta di gelatieri, pasticcieri e pizzaioli. Poi è stato esaminato il comparto agricolo, dove si verifica un duplice fenomeno: a fronte di una crescita del 2% di aziende agricole guidate da giovani, di aziende ‘made in’ e green economy, esiste una difficoltà a reperire raccoglitori stagionali di frutta e ortaggi e di trebbiatori.
Ma l’indagine non si ferma qui. L’analisi prosegue per i lavori specializzati (mancano 230 mila specialisti in informatica, tlc e e-business), per il settore ‘cura alla persona e salute’ (mancano 60.000 infermieri e il lavoro domestico è coperto da stranieri).Un’indagine a 360 gradi, quindi, quella di Fondazione studi, che fa emergere anche i valori e le percentuali delle figure più difficili da trovare nel primo trimestre del 2014: commessi, camerieri, parrucchieri ed estetiste, informatici e tematici, contabili, elettricisti, meccanici d’auto, tecnici di vendita, idraulici e posatori di tubazioni, baristi, infermieri, pizzaioli.
1 commento
Non se ne piò più di questi studi senza un criterio logico, fatti solo per sbattere in faccia il titolone e per dire ai ragzzi: “Il lavoro c’è, siete voi che non volete lavorere!. BASTA!