Un totale di risorse per 87 miliardi di euro, in aumento del 56,2% rispetto al 2011. Le Casse professionali si presentano pienamente in linea in occasione dell’appuntamento con la Relazione Annuale, presentata dal presidente della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, Mario Padula. Per la Cassa geometri e l’Inpgi (la cassa dei giornalisti) le prestazioni però superano i contributi; in tutti gli altri casi la differenza è positiva e varia dall’1% dell’Enpaia all’8,5% dell’Enpav.
Le risorse totali. Secondo la Covip, molto ampie sono le divergenze sia nelle attività che nelle dinamiche di crescita delle singole Casse: circa il 73% delle risorse totali si riferisce a sole cinque Casse (Enpam, Cassa Forense, Inarcassa, Cassa dottori commercialisti, Enasarco), le prime tre delle quali sommano il 54% del totale dell’attivo (era il 47% nel 2011).
Riguardo alla composizione dell’attivo, gli investimenti immobiliari pari a 19,7 miliardi di euro costituiscono il 22,7% del totale; gli investimenti in titoli di debito sono pari a 32, 6 miliardi, e sono in crescita, gli investimenti in titoli di capitali sono pari a 13,8 miliardi di euro. Il risparmio previdenziale delle Casse – emerge dalla relazione annuale – ammonta a fine 2018 a 254,2 miliardi di euro, una cifra davvero ragguardevole, pari a 14,4%. Di questi, 87 fanno capo alle Casse e 167,2 ai Fondi pensione.
La necessità di un regolamento. Il presidente Padula ribadisce l’importanza di adottare un regolamento in materia di investimenti delle risorse finanziarie e di conflitti di interesse. La sua assenza, da 8 anni a questa parte, è “un grave vuoto normativo che va assolutamente colmato”. Le Casse, secondo Padula, sono gli unici investitori istituzionali privi di una regolamentazione unitaria in materia di investimenti.
Anche il quadro normativo, a parere della Covip, dovrebbe essere ridefinito: è datato non solo perché risale agli anni Novanta, ma anche perché prevede ambiti molto limitati di intervento delle amministrazioni vigilanti, solo nel caso di violazioni gravissime che possano portare al commissariamento, e non nel caso di inefficienze riscontrate sul piano gestionale e della governance.