La Fondazione “Osservatorio Agromafie”, il cui comitato scientifico è presieduto da Gian Carlo Caselli, insieme a Coldiretti, rappresentata dal Presidente Ettore Prandini, e Anci, rappresentata dal Presidente del Consiglio nazionale Enzo Bianco, ha avviato una riflessione congiunta, coordinata da Giovanni Salvi (Procuratore generale della Cassazione), finalizzata ad elaborare una proposta per contrastare il caporalato nel lavoro. A renderlo noto è la Coldiretti.
La proposta presentata nell’ambito dell’evento del 18 febbraio 2020, alla presenza tra gli altri del segretario generale Vincenzo Gesmundo, di Teresa Bellanova (Ministro delle politiche agricole), Alfonso Bonafede (Ministro della giustizia), Nunzia Catalfo (Ministro del lavoro e delle politiche sociali), Luigi Di Maio (Ministro degli esteri), Luciana Lamorgese (Ministro dell’interno) e del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, è mirata a affrontare in maniera concreta la situazione di grave vulnerabilità e marginalità nella quale versa un segmento consistente di cittadini stranieri oggi a rischio di grave sfruttamento lavorativo in ambito agricolo. Sfruttamento che si riflette sulla competitività delle imprese che rispettano le regole e sulle condizioni di lavoro anche del non migrante.
“Il caporalato non è invincibile. Sconfiggere il caporalato è possibile. Lo dobbiamo fare insieme”. Queste le parole della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, dopo aver partecipato ai lavori del Comitato per l’ordine e la sicurezza a Foggia, promuovendo ancora di più una lotta serrata al caporalato, vero punto cardine delle linee guida del suo mandato.
Gli obiettivi. Una proposta sostenibile, coerente ed innovativa – si legge nella nota – che vuole innanzitutto avvalersi degli strumenti previsti nell’attuale ordinamento, della collaborazione interistituzionale e del coinvolgimento diretto delle associazioni datoriali e dei lavoratori. Scopo di questa proposta – conclude la Coldiretti – è migliorare la disciplina e gestione del lavoro stagionale, al fine di assicurare condizioni di lavoro dignitose e legali, e, al tempo stesso, di consentire alle imprese agricole di sostenere la concorrenza internazionale.