Studenti che mai si sognerebbero di poter entrare in una delle università più prestigiose d’Italia, in cima al ranking mondiale degli atenei di economia e finanza (come vi abbiamo raccontato: le migliori università del mondo). Studenti che dimostrano però voglia di laurearsi e talento. A loro guarda l’Università Bocconi con il suo nuovo progetto ‘Una scelta possibile’, che finanzia con importanti borse di studio l’intero percorso universitario di alcuni studenti meritevoli, ma provenienti da famiglie non benestanti.
Stiamo parlando di borse di studio da circa 70mila euro per ogni ragazzo, che esonerano dalla spesa della retta, del vitto, alloggio, dei libri di testo e di un portatile, che sarà dato in dotazione. Si pensi che nei corsi di laurea triennali, o quinquennali a ciclo unico, la contribuzione è tarata su quattro fasce: da un minimo di 4.934,62 a un massimo di poco più di 11mila euro. E’ chiaro che non sono cifre che tutti si possono permettere.
Requisiti – Da via Sarfatti, la sede dell’Università dell’ex premier Mario Monti, spiegano meglio il progetto: “Il bando quest’anno era rivolto agli studenti di Milano e provincia, ma contiamo di allargarlo a tutta la Lombardia entro un anno. Noi vogliamo portare nel nostro ateneo i maturandi che siano sotto la soglia di povertà, ma abbiano un buon potenziale negli studi economici o giuridici”.
A valutare le capacità dello studente, un colloquio a quattr’occhi, che va aldilà dei voti delle superiori ed eventuali certificati linguistici. Attenzione, però: non si tratta del classico bando per un’agevolazione universitaria. Qui è l’ateneo che va in cerca di giovani talenti, girando per l’hinterland milanese. “In genere, sono gli studenti che chiedono e ottengono un’agevolazione. Con ‘Una scelta possibile’, è l’Università che va in cerca di chi ha le carte giuste, ma non i mezzi, per scegliere un ateneo come la Bocconi. Sono gli istituti con cui collaboriamo che ci segnalano i loro candidati”, spiega l’Università.
“Cerchiamo giovani svegli e determinati”, ha detto – recentemente intervistato da Repubblica – il rettore dell’Università, Andrea Sironi, motore di traino del progetto su cui ha lavorato dal suo insediamento nell’ottobre 2012.
Scuole superiore – Dallo scorso anno, infatti, è iniziata una stretta collaborazione tra alcuni istituti e la Bocconi per segnalare alcune situazioni ‘interessanti’: “Possono essere anche figli d’immigrati, di prima o seconda generazione. Non conta l’origine, ma che siano residenti in Italia”.
Per l’anno che sta per incominciare sono stati premiati ben tre studenti, ma l’Università non si sbilancia sulle storie di questi studenti meritevoli: “Vogliamo garantire loro il totale anonimato. Diciamo solo che quest’anno sono in tre ma, già per il prossimo anno, vogliamo far crescere la rosa dei selezionati fino a 15-20 studenti”.
L’Università attualmente investe già 22milioni all’anno in agevolazioni a copertura parziale o totale di rette e servizi per lo studio.
Il precedente – L’idea del progetto arriva dall’istituto Sciences Po, che sotto la guida del rettore Richard Descoings, aveva spalancato le sue porte alle banlieu di Parigi e del mondo: studenti più che raddoppiati, da 4.500 a 10mila, e una percentuale di stranieri che sfiora oggi il 40% delle iscrizioni. Quasi uno su due. Il rettore della Bocconi ha detto di aver preso spunto da quest’esperienza: “La Bocconi deve diventare un vero e proprio ascensore sociale. Dobbiamo andare nelle periferie a cercare lì le nostre nuove matricole”.