La folle corsa dei prezzi del gas e dell’energia dettata dalle tensioni internazionali e da regole anacronistiche di formazione dei prezzi sta condizionando radicalmente il panorama produttivo dell’industria metalmeccanica italiana alla ripresa post feriale che, dopo 18 mesi di andamento sostenuto e tra i migliori in Europa, rischia di precipitare in poche settimane nella più nera recessione. Lo ha dichiarato il Segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia spiegando che alla riapertura delle fabbriche di queste giornate, molte imprese ci segnalano non solo costi di produzione ormai insostenibili, ma soprattutto la difficoltà a programmare i prossimi mesi produttivi a fronte della totale incertezza.
Ad essere colpite non sono solo le filiere maggiormente energivore come siderurgia, metallurgia, lavorazione metalli, lavorazioni meccaniche, ma anche i settori utilizzatori quali la produzione di macchine utensili, la componentistica automotive, l’elettrodomestico. Secondo la Fim Cisl un terzo delle imprese va incontro a seri problemi produttivi nel mese di settembre, nonostante portafogli ordini consistenti, che si potrebbero tradurre in conseguenze occupazionali non positive, con rischio di un aumento nell’uso di ammortizzatori.
Fate presto sul gas! Il governo Draghi agisca ora nei pieni poteri per un piano d’immediato contenimento delle bollette da qui a Natale, di razionamento che salvaguardi il cuore manifatturiero del Paese, di approvvigionamenti garantiti anche tramite i rigassificatori e spinga sulle rinnovabili da subito. I partiti escano da una campagna elettorale di slogan attraenti e facciano quadrato attorno a questa grave emergenza per le imprese e per i lavoratori. E’ assolutamente prioritario governare e garantire approvvigionamenti sostenibili con ogni sforzo. Nessuno si illuda di arrivare alle elezioni del 25 settembre rinviando a dopo ogni soluzione. Rischiamo – prosegue il sindacalista – un “autunno freddo” che potrebbe mettere a rischio troppe industrie e troppi posti di lavoro. Non fare nulla ora, significa far pagare ai lavoratori già in difficoltà le criticità delle imprese, e come sindacato non lo accettiamo. Ogni forza politica abbandoni le convenienze tattiche del momento e contribuisca a varare un piano nazionale condiviso sull’energia. Facciamo appello anche alle parti e associazioni datoriali maggiormente coinvolte, per avviare subito un confronto diretto e condividere misure di opportuna flessibilità che salvaguardino il lavoro e preservino la capacità produttiva delle imprese metalmeccaniche.