La firma nella giornata di ieri dell’ennesimo ccnl non rappresentativo per le piccole imprese metalmeccaniche tra una presunta Assoartigiani e Ugl, costituisce un ulteriore allargamento della giungla contrattuale italiana già fin troppo vasta nel nostro Paese e costituisce una minaccia del ben regolato sistema contrattuale metalmeccanico che, tramite i ccnl firmati da Fim, Fiom e Uilm, vede milioni di lavoratori coperti da pochissimi accordi.
E’ ancora più grave che questo nuovo “contratto pirata”, sia stato siglato con il ruolo attivo di Confindustria, con la quale da tempo ci si era proposti di regolare in via pattizia il sistema di rappresentanza e di contrastare la proliferazione dei contratti.
Con questo atto Confindustria contribuisce a minare la qualità del sistema di relazioni sindacali del Paese, contribuendo a “balcanizzare” il sistema contrattuale e a degenerarlo.
Le imprese e i lavoratori dell’artigianato metalmeccanico che occupa almeno 600mila addetti godono già di un sistema contrattuale rappresentativo, utile e di un sistema bilaterale che allarga le tutele. La Fim Cisl chiede che si fermi questa degenerazione contrattuale e che Confindustria esplicitamente prenda le distanze e rinneghi l’accordo sottoscritto ieri.
Crediamo che anche nella nuova stagione di governo che sta per iniziare, dare valore legale ai minimi contrattuali definiti dai ccnl maggiormente applicati e firmati da Fim, Fiom e Uilm sia un obiettivo imprescindibile per fermare la corsa al dumping contrattuale e all’impoverimento delle tutele dei lavoratori.