Sono i lavoratori che tengono aperte le fabbriche soprattutto quando le multinazionali decidono di chiuderle e delocalizzare. E’ la loro lotta che porta a cercare soluzioni per salvaguardare lavoro, professionalità, territorio. Di questo parla la vertenza Bekaert che in questi giorni trova una prima importante risposta positiva con 60 assunzioni sulle 170 complessive in Laika. Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil.
Questo anche grazie all’accordo voluto e siglato dal sindacato con le istituzioni e Laika nel 2011, che ha consentito all’azienda di investire. Senza la mobilitazione dei lavoratori e del sindacato, in particolare dei metalmeccanici fiorentini, Bekaert avrebbe chiuso il 4 settembre 2018, invece non ci si è mai arresi, rendendo questa una vertenza emblematica a livello nazionale e sostenuta da tutta la comunità sul territorio.
Di questa resistenza sono testimoni i lavoratori della Bekaert, promotori della cooperativa che ha così consentito, a dicembre 2019, la proroga di ulteriori mesi di cassa integrazione, condizione necessaria anche per arrivare oggi alla ricollocazione di alcuni di loro. Ma la lotta prosegue.
Riguardo alla Bekaert, chiediamo allo Stato di intervenire direttamente nel processo di reindustrializzazione dello stabilimento per ricollocare i restanti lavoratori ancora in cassa integrazione e, una volta a regime, tornare a contare un’area produttiva con 318 posti di lavoro. Questo importante accordo con la Laika, dà valore a tutte le parti che sul territorio hanno contribuito a determinare e rivendicano il diritto ad una soluzione positiva dell’intera vertenza.