Milano, 11 maggio 2016 – “Il caporalato non è morto, anzi, ha creato una vera e propria filiera, che va dal lavoro nero alle abitazioni, dai trasporti alla salute e non solo in agricoltura. Per questo vediamo positivamente i disegni di legge 2217 e 2119 che sono in Parlamento, per contrastare i fenomeni di lavoro nero, sfruttamento delle persone e caporalato”. Sono queste le valutazioni di Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm, la combattiva associazione delle Agenzie per il Lavoro, espresse nell’audizione presso la IX Commissione Agricoltura del Senato.
Serve una regolamentazione più rigida, e la somministrazione può avere un ruolo di facilitatore della legalità, all’interno di un quadro più completo di tutele ai lavoratori ed al settore in generale, permettendo di sfruttarne a fondo il potenziale. E’ necessaria una campagna culturale di forte sensibilizzazione sulla necessità di contrastare questi fenomeni distorsivi del mercato, di mancato rispetto delle norme sul lavoro ed in particolare delle condizioni di sicurezza. Il caporalato non coinvolge solo il settore primario, ma anche il terziario interessando la grande distribuzione; entrambi i settori devono concorrere al miglioramento della situazione, in quanto interdipendenti l’uno dall’altro.
“Nella Rete di Qualità bisognerebbe far partecipare anche le imprese della distribuzione e uno dei punti d’arrivo ottimale è l’approdo al Bollino di Garanzia, che assicura una conformità del prodotto venduto ai sensi delle norme di sicurezza”, commenta Rasizza, che propone l’ingresso della Gdo nella Rete di qualità per difendere anche il Made in Italy. “Inoltre – prosegue Rasizza – apprezziamo il coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro e riteniamo utile che anche gli enti bilaterali della somministrazione possano far parte della Rete, in quanto possono mettere in campo azioni di sistema di contrasto al sommerso, anche con dotazioni economiche proprie”. Se paradossalmente il caporale è un “somministratore”, per quanto illegale, allora è necessario che siano le Agenzie autorizzate alla somministrazione a scendere in campo. Un ambito verso il quale far decisamente convergere l’attenzione è quello del lavoro svolto in forma cooperativistica e la questione degli appalti. Bisogna distinguere tra “appalti genuini” ed “appalti illeciti” e bisogna combattere le cosiddette “cooperative spurie” che, pur non essendo autorizzate, di fatto somministrano personale mediante il ricorso all’appalto. C’è poi la questione dei Voucher, notoriamente diventati strumento principe di abusi non più sopportabili, nella cui esplosione si nasconde anche la criminalità (vedi Dossier allegato)”.
“Una riflessione a parte merita la questione del trasporto di persone, – precisa il Presidente di Assosomm – per la quale suggeriamo l’istituzione di un registro dei trasportatori presso un organismo pubblico, come la Prefettura o la Direzione territoriale del Lavoro, con precise garanzie, e che il mezzo di trasporto debba essere dotato di apparecchiatura informatica/elettronica che deve essere in grado di registrare l’intera tratta da inizio a fine e permettere l’identificazione del lavoratore o della lavoratrice tramite utilizzo di tessera magnetica personalizzata, preferibilmente attraverso la tessera sanitaria. Questo sistema di tracciabilità consentirebbe alle Agenzie per il Lavoro di avere la certezza di una corretta rilevazione delle ore effettivamente prestate, rilevazione utile per una corretta elaborazione della busta paga. Tutto ciò porterebbe ad altrettanta corretta compilazione degli Elenchi agricoli, dove è notorio che un gran numero di soggetti senza svolgere l’attività agricola può richiedere e percepire prestazioni di sostegno al reddito (malattia, maternità, trattamento di disoccupazione) e il relativo trattamento pensionistico. Le attività di vigilanza, infine, riteniamo debbano essere supportate e potenziate attraverso l’impiego di strumenti tecnologici, come, ad esempio i droni che consentirebbero controlli adeguati per rilevare incongruenze e problematicità. La somministrazione di lavoro nel settore agricolo può essere un intermediario garante della legalità, ruolo che può essere assunto dalle Agenzie per il Lavoro a scapito del caporalato. Occorre agire con la repressione dei comportamenti illegali, e soprattutto dei comportamenti socio-culturali che sono alla base di questi fenomeni. L’agroalimentare è il settore dove si sono perfettamente coniugate ignoranza e sudditanza della popolazione, contenimento eccessivo dei costi di produzione e dove le mafie hanno trovato terreno fertile. “Questo settore per le Agenzie per il Lavoro rappresenta un mercato ad alto rischio non solo imprenditoriale ma anche di immagine – conclude Rasizza – Ma non possiamo permetterci né comportamenti illegali né ingenuità, ma solo trasparenza, equità ed etica del servizio”.
DOSSIER CAPORALATO & VOUCHER – A suonare l’allarme è da tempo anche l’Osservatorio dell’Inps sul lavoro accessorio. I dati sono eclatanti e sospetti: “L’Inps comunica che l’estensione degli ambiti di utilizzo del lavoro accessorio è andata di pari passo con la vendita dei voucher, che ha registrato un tasso di crescita del 70% dal 2013 al 2014, e del 66% dal 2014 al 2015. Inoltre, da agosto 2008 (inizio della sperimentazione sull’utilizzo dei voucher per vendemmie di breve durata) al 31 dicembre 2015 risultano venduti 277,2 milioni di voucher di importo nominale pari a 10 euro. Il controvalore è enorme: 2,7 miliardi di euro. I lavoratori coinvolti e pagati con voucher sono passati dai 24.755 del 2008 a 1.380.030 del 2015. Ad aggravare le irregolarità – conclude Rasizza – hanno contribuito anche le modifiche che la legge ha attuato nel tempo, allargando i buoni lavoro indiscriminatamente a tutte le categorie di lavoratori interessati ed estendendola a tutti i settori di attività, amministrazioni pubbliche comprese. Ora bisogna dare l’alt, sospendere l’uso indiscriminato dei voucher, punire i responsabili e ripartire da zero”.
GLOSSARIO
Caporalato. E’ l’organizzazione del lavoro in particolare nell’agroalimentare, che gestisce i trasporti, la residenzialità, il lavoro, le retribuzioni dei lavoratori stagionali. Si stima che i lavoratori sfruttati dal caporalato siano almeno 400 mila (fonte Cgil).
La legge. I voucher per il lavoro accessorio, previsti fin dal decreto legislativo n. 276 del 2003, attuativo della Legge Biagi, sono stati modificati dalla legge n. 92 del 2012 di riforma del mercato del lavoro, dalla legge n. 99 del 9 agosto 2013, dal decreto legislativo n. 81 del 2015 (Riordino dei contratti di lavoro del Jobs Act).
I dati. Questa la progressione negli anni dei lavoratori coinvolti:
Anno Lavoratori coinvolti Età media
2008 24.755 59,8
2009 68.396 47,1
2010 149.561 42,2
2011 216.214 41,0
2012 366.465 39,2
2013 617.615 37,0
2014 1.017.220 36,1
2015 1.380.030 35,9
Il valore. Il buono lavoro dell’importo nominale di 10 euro comprende la contribuzione a favore della Gestione separata Inps (1,30 euro), quella in favore dell’Inail (0,70 euro) e una quota per la gestione del servizio all’Inps (0,50 euro). Il compenso netto per il lavoratore è di 7,50 euro.
I “nuovi” lavoratori. Su 1.380.030 lavoratori che hanno svolto attività nel 2015 il numero di “nuovi” lavoratori è stato pari a 809.341, vale a dire il 59%. E’ uno dei sintomi di un’applicazione fuori controllo. Spesso i voucher vengono usati per coprire parzialmente attività in nero: ogni settimana di lavoro irregolare vengono staccati alcuni voucher di copertura.
Diffusione. La regione nella quale si è avuto il maggiore ricorso ai voucher è la Lombardia, con 47,5 milioni di buoni lavoro venduti. Seguono il Veneto (38.4 milioni), l’Emilia-Romagna (34,3 milioni), il Piemonte (24.461.263). Al sud prevalgono la Puglia (10,9 milioni) e la Sardegna (8,2 milioni).
Compensi. I compensi complessivamente percepiti dal prestatore non possono superare, per il 2015, 7.000 euro netti (9.333 euro lordi) nel corso di un anno.
Settori. Settori di diffusione dei voucher per attività dichiarata, in %. Periodo 2008 – 2015: attività agricola 5,1; commercio 17,5; giardinaggio e pulizia 6,3; lavori domestici 3,3; manifestazioni sportive 6,9; servizi 13,3; turismo 13,6; altre attività 34,1.
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Chi è Assosomm (www.assosomm.it) – E’ l’Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro costituita con l’obiettivo di raccogliere, tutelare e valorizzare gli interessi di tutti gli Associati e di sostenere e potenziare l’intero settore attraverso le migliori iniziative che possano incidere nello sviluppo e nell’evoluzione dell’attività della somministrazione. Assosomm rappresenta oggi un’Associazione di nuova e innovativa concezione, dinamica, attenta e pronta ad ascoltare le opinioni e le proposte di tutti gli Associati. Lo scopo di Assosomm è di tradurre la pluralità delle richieste degli Associati in istanze istituzionali e sociali e di fornire la massima assistenza in termini operativi, giuridici e contrattuali.