Lavoratori autonomi sempre più in crisi. I dati Istat sull’occupazione di gennaio sanciscono, ancora una volta e in modo drammatico, lo stato di difficoltà conclamato delle micro e piccole imprese e dei lavoratori autonomi, del commercio, del terziario, dell’artigianato. Una situazione sempre più grave che richiede interventi urgenti.
I dati. Così Confesercenti commenta i dati Istat su occupati e disoccupati di gennaio 2020. A inizio anno si registra una frenata congiunturale dell’occupazione rispetto a dicembre, pari a 40mila occupati in meno, ma rispetto allo scorso anno si registra un aumento di oltre 70mila unità. Nel complesso – si legge nella nota – lo scenario è particolarmente fosco per i lavoratori indipendenti che diminuiscono sia rispetto al mese scorso (25mila, lo 0,5%) sia rispetto ad anno fa (80mila, l’1,5%). Rispetto al 2004, il lavoro autonomo italiano ha perso un milione di occupati (il 16,5%).
Gli effetti del Coronavirus. In questo contesto da tempo fortemente critico per piccoli imprenditori e professionisti, – prosegue Confesercenti – si è inserita anche l’emergenza Coronavirus. E se è vero che l’impatto più forte è stato registrato dal settore turismo, la presumibile flessione dei consumi dovuta all’emergenza, che stimiamo in 3,9 miliardi di euro, avrà ricadute negative su tutto il tessuto delle Pmi, portando a migliaia di nuove chiusure anche nel commercio e tra i pubblici esercizi.
Le richieste. Per questo chiediamo all’esecutivo di fare presto: è urgente intervenire mettendo al più presto in campo provvedimenti condivisi per gestire da una parte la fase emergenziale e dall’altra la non meno importante fase di rilancio. Serve un tavolo speciale per le Pmi, modellato sull’esperienza dei tavoli di crisi ma – conclude Confesercenti – con l’obiettivo di favorire la ripartenza delle piccole imprese e dei lavoratori indipendenti, che valgono il 60% del valore aggiunto prodotto nel nostro Paese e sono assolutamente indispensabili per far tornare l’Italia a crescere.