Aumentano i morti sul lavoro per il Covid-19 ma diminuiscono gli infortuni, a seguito del lockdown, ad eccezione del settore sanità dove le denunce registrano un balzo. E’ quanto emerge da una nota diffusa dall’Inail per i primi otto mesi del 2020. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’istituto da gennaio ad agosto sono state 823. Pur nella provvisorietà dei numeri – sottolinea l’Inail – questo dato evidenzia già un aumento di 138 casi rispetto ai 685 registrati nello stesso periodo del 2019 (+20,1%). L’incremento è influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 31 agosto 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo.
I dati per regione. Non a caso, il Nord-Ovest, più colpito dalla pandemia, ha segnato un incremento di 124 casi mortali (da 174 a 298): in particolare in Lombardia vi sono stati 88 casi in più. Le denunce di infortunio sul lavoro tra gennaio ed agosto sono state 322.132, in diminuzione di circa 95 mila casi rispetto alle 416.894 dei primi otto mesi del 2019 (-22,7%).
Questa diminuzione – prosegue l’Inail – è influenzata dal sostenuto calo delle denunce registrate tra marzo e agosto, con 91 mila casi in meno rispetto al periodo marzo-agosto 2019 (-29,3%), a causa soprattutto dello stop forzato tra marzo e maggio di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus e delle difficoltà incontrate dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown.
Il settore della sanità e dell’assistenza sociale: le denunce di infortunio sono aumentate del 124% nei primi otto mesi (dai 18mila casi del 2019 ai 40 mila del 2020), con punte di oltre il +500% a marzo e del +450% ad aprile nel confronto 2020/2019. Tra giugno e agosto si è assistito, invece, a un’inversione di tendenza, con decrementi compresi in un intervallo tra il -9% e il -18%. Nel 2020, – conclude l’Inail – due denunce su tre del settore hanno riguardato il contagio da Covid-19.