E’ approdato oggi in Consiglio dei ministri il provvedimento ponte per l’assegno unico che, su iniziativa del ministro Elena Bonetti, permetterà di far partire a luglio la misura per le famiglie che ad oggi si trovano a non avere accesso agli attuali sostegni in vigore in quanto autonomi o disoccupati, per poi estendere l’assegno a tutti nel 2022.
La misura ponte. Si parte da un minimo di 30 euro fino ad arrivare ad un massimo di 217,8 euro al mese per ciascun figlio e ne avranno diritto, stando a quanto si legge nella bozza, i nuclei familiari fino a 50mila euro di Isee. I beneficiari saranno tutti quelli che non godono già di assegni familiari mentre la misura durerà da luglio a dicembre 2021.
Importi e Isee. Stando sempre alla bozza, le famiglie con Isee fino a 7.000 euro avranno 217,8 euro a figlio se hanno almeno 3 figli mentre sono previsti 50 euro in più per ciascun figlio disabile. Potrà avere accesso al beneficio chi paga le tasse in Italia e chi è qui residente da almeno 2 anni: sono ammessi cittadini italiani ed europei e titolari di permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale.
“Una riforma per rafforzare il sostegno economico alle famiglie” la definisce su Facebook il presidente dei senatori del Pd, Simona Malpezzi spiegando che “dopo una fase transitoria di sei mesi, il prossimo gennaio si arriverà alla misura definitiva. Una misura da sempre fortemente voluta dal Partito Democratico che contribuirà a contrastare l’inverno demografico che rischia di compromettere il futuro economico e sociale del Paese. Con questa riforma – prosegue il presidente dei senatori Pd – i genitori potranno contare su un aiuto economico continuo e robusto che aiuterà nella progettualità della vita. Abbiamo finalmente una riforma universale che mette ordine nel sistema fiscale e garantisce risorse per tutti, anche per i figli dei lavoratori autonomi, dei professionisti e dei disoccupati. I figli sono il futuro. Per noi la ricostruzione parte dalle donne e dai giovani”.
Una misura votata all’unanimità sia alla Camera che al Senato anche da deputati e senatori di Fratelli d’Italia proprio per velocizzare l’iter e rendere il prima possibile effettiva la misura che, però, rimane ferma continuando a creare disuguaglianze. “Era già tutto previsto e solo che il governo non ha avuto il coraggio di ammetterlo. Oggi arriva la bozza del decreto legge contenente le misure ‘in materia di assegno temporaneo per i figli minori’, una sorta di ‘soluzione ponte’ per trascinarsi da luglio a dicembre senza rispettare gli impegni presi. Vale la pena di ricordare, infatti, che la misura dell’assegno unico universale per i figli, contenuto nel Family act, è stato approvato all’unanimità e in via definitiva al Senato nel marzo scorso con decorrenza dal 1° luglio 2021. Già allora, come evidenziato da Fratelli d’Italia negli interventi in Aula, era evidente che i tempi erano stretti per varare i decreti attuativi del disegno di legge (N. 46/2021) ed, inoltre, non era stato ancora definito il ‘quantum’ da destinare con il governo che si era accontentato di proiezioni virtuali, rinviando i necessari calcoli matematici sulla platea dei beneficiari”. Lo dice la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, responsabile nazionale del dipartimento Pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili.
“Insomma era già evidente che a luglio le famiglie questo assegno non lo avrebbero ricevuto. Inoltre, – aggiunge l’assessore Rauti – il Family act e lo stesso assegno unico universale per i figli sono stati inseriti nelle riforme di accompagnamento al Pnrr e questo, implicitamente, ha significato rinunciare all’impegno preso e rinviare ad altro momento la necessaria riforma fiscale nonché la razionalizzazione delle varie misure attualmente in vigore (bonus, sostegni, sgravi) per le famiglie in una misura unica come quella dell’assegno universale. Ora, la soluzione ponte rappresenta un danno e una beffa, perchè non solo non arriva il promesso assegno unico universale ma anche perchè questa riguarda soltanto una platea ristretta di beneficiari. Infatti, si mantiene la formula discriminatoria dell’Isee come criterio per stabilire i nuclei familiari aventi diritto e, nella lunga tabella allegata allo schema di decreto legge, si va da un minimo di 30 euro ad un massimo di 217 euro al mese per ciascun figlio per le famiglie che non godono già di assegni familiari”.
“Fratelli d’Italia – spiega ancora la responsabile nazionale del dipartimento Pari opportunità, famiglia e valori non negoziabili – che ha votato a favore dell’assegno unico universale sia alla Camera che al Senato, consentendo così che la misura passasse più velocemente e all’unanimità, aveva compiuto più che un atto di fiducia nei confronti del governo, un atto di responsabilità verso le famiglie italiane così duramente colpite dalla crisi economica e sociale dovuta alla pandemia. Anche se continuiamo a ritenere necessario l’introduzione del quoziente familiare, superando il meccanismo dell’ISEE, con un sistema di deduzioni basato sul numero dei componenti del nucleo familiare. Ciononostante, con quella scelta Fratelli d’Italia ha inteso confermato che le politiche familiari sono sempre al centro delle nostre battaglie e nei nostri programmi. Invece, per quanto riguarda l’azione del governo la conferma, purtroppo, che famiglia e natalità non sono una priorità”, conclude Rauti.