Una telefonata, un’idea e la scelta di mettersi in gioco e di provare a lanciare un progetto concreto: è così che si è accesa la scintilla di GiftMeApp, startup che vede al posto di comando Federico Parli (nella foto), architetto diplomato all’Accademia di Architettura di Mendrisio. “Offrire un’applicazione gratuita che possa alimentare costantemente la cultura del riuso”: è questo l’obiettivo di Federico e Flavio Faustini, co-fondatori e amici, che nel 2013 hanno dato vita alla loro creatura imprenditoriale.
La nascita e i primi passi del progetto – “Giftmeapp nasce nel marzo 2013 quando, dopo un’inaspettata telefonata dell’altro socio-fondatore nonché ideatore e mio migliore amico Flavio Faustini (webmaster), decido di seguirlo ed appoggiarlo in quest’impresa – spiega Federico – I primi mesi li abbiamo passati a ragionare su come Giftmeapp potesse davvero essere il “tool” per condividere un mondo migliore attraverso uno dei gesti più antichi e romantici di sempre: il regalo. Navigando e osservando, ci siamo resi conto dell’esistenza di una realtà davvero vasta, legata alla cultura del riuso e del “fai da te” e questo non ha fatto altro che accrescere la nostra convinzione di quanto Giftmeapp sia parte della risposta al problema dello spreco, soprattutto in una società dettata da uno sproporzionato consumismo.
Dopo una serie di consultazioni interne abbiamo deciso di passare allo sviluppo di una prima versione beta dell’app. E realizzando questa versione beta ci siamo subito accorti di quanti problemi, principalmente interni, non erano ancora stati analizzati. La scelta di chiudere “l’esperienza beta”, quindi, non è tardata ad arrivare e ci siamo impegnati da subito a raccogliere i frutti di tutti i nostri errori, i feedback degli utenti attivi e passivi e siamo giunti alla conclusione che era il momento di coinvolgere qualcun altro in quest’impresa. A questo punto, chi meglio di un vecchio amico avvocato e un vecchio amico del settore private banking? Così è stato. A un anno esatto dalla telefonata di Flavio, altri due soci sono stati invitati a far parte del team di Giftmeapp.
Ora Giftmeapp è ora chiaramente definita nella sua struttura interna ed in ogni sua funzione, prima di tutte promuovere la cultura del riuso, favorendo l’incontro “face to face” tra gli utenti per condividere l’emozione di un regalo.”
Essere imprenditori – “Essere imprenditori oggi significa possedere la capacità di porsi sul quel sottile filo di quella sottile linea tra il mondo ed il “non-mondo” (parliamo del web, del mondo digitale) consapevole che, avendo scelto di intraprendere un’avventura “digitale”, bisogna essere pronti, come noi, a non chiudere mai – continua Federico – Proprio così, noi non chiudiamo mai viste le interazioni a livello globale del “non-mondo” soggette a i fusi orari del mondo “fisico”. Bisogna inoltre possedere la capacità di “isolare” ciò che davvero conta e ciò che è “spazzatura” e, per il successo del proprio prodotto, rendersi conto che ogni prodotto ha una sua nicchia specifica di mercato dalla quale iniziare ma soprattutto sulla quale puntare in ogni fase di sviluppo. Nel nostro caso essere imprenditore oggi, in fondo, significa principalmente essere in grado di trasmettere la propria passione a tutti poiché, grazie al web, il mondo è il bacino di utenza per qualsiasi persona.”
Le difficoltà nell’avvio di un’impresa – “Principalmente le maggiori difficoltà nell’avvio di un’impresa oggi sono legate ai “limiti” che un imprenditore si pone – conclude Federico – Bisogna essere disposti a rischiare, a sbagliare, a “sbattere” la testa. Se davvero si crede in qualcosa e ci si crede fino in fondo,, allora non esistono bastoni tra le ruote, non esistono “scartoffie” burocratiche, non esistono limiti. Tutti nel “non-mondo” possono avviare un’impresa, la cosa più difficile non è altro che la nostra capacità di strutturarci. Ovviamente gli aspetti finanziari, legali, di tutela, di contrattazione, di marketing, fanno parte del pacchetto ma non sono loro a fermare un imprenditore bensì è l’imprenditore stesso a far si che un’azienda si realizzi o meno.
Il gioco è molto semplice, se per primo l’imprenditore non è convinto di ciò che vuole fare, mai nessun’altro ne sarà convinto ed ecco che l’azienda muore prima di nascere. C’è un altro elemento, però, che può rappresentare una complessità ed è la capacità di avere pazienza. Non si scappa nemmeno nel “non-mondo” dalla vecchia regola d’oro “Good things don’t come easy” figuriamoci poi se si vuole raggiungere il massimo. La pazienza, la costanza ed il duro lavoro sono gli unici tre aspetti che trovano riscontro e che costituiscono il successo di un’azienda, ma questa è una cosa che tutti sappiamo.
Vorrei sottolineare, infine, una riflessione che cerco di portare sempre con me: nessuna azienda, nel “non-mondo”, dovrebbe nascere con il presupposto unico di voler fare fatturato ma dovrebbe essere costruita con lo scopo di rendere al mondo un punto di riferimento al quale potersi rifare in piena fiducia. Rendiamoci conto che nel “non-mondo” si ha giornalmente a che fare con utenti di tutte le classi sociali, di tutte le preferenze politiche, di diverse culture e lingue perciò è bene porre un’attenzione particolare sul messaggio che l’azienda vuole lanciare e questa è proprio la terza difficoltà da affrontare, gestire e superare.”