Si è concluso da poco la conference call tra i Ministri Nunzia Catalfo, Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri e i Segretari generali di Fim Roberto Benaglia, Fiom Francesca Re David, Uilm Rocco Palombella e l’ad di Invitalia Domenico Arcuri e i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria.
L’incontro segue quello avuto il 1 ottobre per avere chiarimenti rispetto Piano industriale e occupazionale del Gruppo in vista del 30 novembre, termine di scadenza del contratto di ArcelorMittal firmato il 6 settembre 2018.
Il Ministro Patuanelli ha riassunto i termini dell’accordo di marzo e la bozza del nuovo piano industriale che prevede un percorso di decarbonizzazione con l’altoforno 5 a Taranto, oltre alla manutenzione straordinaria degli altoforni 1 e 4. Il tutto col totale riassorbimento in AMI. Il nuovo Piano industriale prevede un nuovo assetto societario con l’ingresso graduale dello Stato attraverso Invitalia.
Per il Segretario della Fim Cisl Roberto Benaglia l’incontro di oggi è stato interlocutorio. Positivo che il Governo ci abbia annunciato la volontà di trattare per un ingresso in maggioranza nel capitale della gestione aziendale tramite Invitalia, ma troppo generale nei contenuti. A 17 giorni dal termine di scadenza del contratto del 30 novembre, non possiamo avere questo livello di incertezza. Resta troppo oscuro il piano industriale, come pure gli impegni su investimenti e l’occupazione. In un momento così delicato e dopo mesi di sospensione e incertezza come quella che stanno vivendo i lavoratori, non possiamo pensare che si possa risolvere il tutto con impegni generici da oggi al 2025.
C’è la necessità che il sindacato venga coinvolto non formalmente ma concretamente nella trattativa, non possiamo perdere ulteriore tempo. Per questo abbiamo chiesto un ri-aggiornamento del tavolo sindacale a fine della prossima settimana. L’incontro dovrà avere al centro impegni molto più concreti su investimenti e occupazione. I lavoratori stanno vivendo da troppo tempo nell’incertezza meritano risposte chiare sul loro futuro, solo rispetto ad impegni e risposte chiare noi potremmo procedere ad un accordo sindacale che è decisivo per salvare il più importante gruppo siderurgico del Paese. Questo sarà possibile se anche l’azienda metterà in campo nuove relazioni industriali con il coinvolgimento reale dei lavoratori.
Su Taranto e sugli altri siti del Gruppo, abbiamo la necessità che si facciano investimenti che portino ad maggiore stabilità occupazionale e produttiva. Passare da 3.5 a 8 milioni di tonnellate come il Governo oggi dichiara di voler fare, richiede l’impegno di tutti.