La situazione del polo siderurgico di Taranto e di tutto il gruppo Arcelor Mittal Italia è tornata nell’oscurità e rischia di compromettere il futuro produttivo e occupazionale – dichiarano in una nota Roberto Benaglia, segretario generale Fim Cisl e Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl con delega alla siderurgia – Il 2021 doveva essere l’anno del rilancio produttivo, del rientro al lavoro dei cassintegrati e dell’ingresso dello Stato tramite Invitalia nel capitale del gruppo ma a tutt’oggi nulla di questo è successo e l’incertezza ha preso il sopravvento. Finora i fatti sono stati prodotti dalle diverse sentenze del Tar di Lecce e del Consiglio di Stato.
Chiediamo al Ministro Giorgetti e ai ministri competenti – proseguono gli esponenti della Fim Cisl – di fare subito chiarezza sul futuro dell’ex-Ilva e di recuperare il tempo perso, fissando le date per gli impegni presi con l’accordo del 10 dicembre scorso a partire dalla ricapitalizzazione tramite Invitalia e convocando il sindacato per riprendere la gestione ed il miglioramento del piano industriale. Leggiamo sulla stampa di riunioni tra ministeri per un possibile “cambio di passo”. Ci aspettiamo che questo eventuale “cambio” sia su basi concrete e realizzabili da subito. E comunque se il nuovo governo vuole rivedere, per migliorare le scelte in campo, lo deve fare a partire dal confronto con le parti, come promesso nell’incontro del 19 febbraio scorso e nel dare una spinta positiva a investimenti produttivi e ambientali e al ritorno dei cassintegrati al lavoro.
Non possiamo ulteriormente alimentare disorientamento o alibi per la multinazionale franco-indiana. Allargare il piano di investimenti ambientalmente sostenibili con le risorse del Recovery Plan è possibile, ma solo se si riprende da subito spediti a rilanciare le produzioni e a dare un nuovo assetto alla società. Non staremo fermi di fronte a questa instabilità. La crisi dell’ex Ilva e la sua soluzione, sono decisive per il futuro industriale del Paese e per tutta la filiera manifatturiera. Se il ministro Giorgetti ritiene ancora che l’acciaio sia strategico è questo il tempo di dare risposte soprattutto ai lavoratori.