L’hanno soprannominato Another Act ed è la proposta in quattro punti per una riforma del lavoro che tenga in considerazione anche le problematiche e le esigenze dei lavoratori atipici. Collaboratori, partite Iva, autonomi delle cinquanta associazioni che aderiscono alla rete Alta Partecipazione e che rappresentano circa 3,4 milioni di lavoratori, hanno presentato la loro idea negli scorsi giorni durante un’assemblea a Roma. “Se tutto il dibattito che riguarda il lavoro si concentra sul Job Act di Renzi, mi sembra che non ci potrà essere nessuna grande rivoluzione – ha affermato il portavoce dell’Associazione 20 Maggio Andrea Dili – Nel nostro recente incontro, sulle proposte presentate c’è stata una convergenza di massima da parte delle associazioni oltre che delle rappresentanze politiche, sindacali e imprenditoriali”.
4 chiavi per un buon lavoro – Contratto di inclusione, Indennità di disoccupazione universale, Equo compenso, Servizio per il lavoro sono i quattro punti dell’Another Act. Il primo, il contratto di inclusione, sarebbe finalizzato a favorire le imprese nell’assunzione di giovani e nell’assorbimento graduale dei lavoratori atipici; esso prevede infatti una prima fase di contratto a termine della durata massima di tre anni, per poi passare a una seconda fase di stabilizzazione che preveda maggiori incentivi e sostegni: “Abbiamo cercato un equilibrio tra le esigenze del lavoratore e quelle delle imprese. Con il passare del tempo il dipendente si lega sempre di più all’azienda in modo sempre più contrattualizzato”. L’indennità di disoccupazione estende invece la Mini Aspi ai parasubordinati con il contributo dei committenti con un fondo a capienza: “Il mondo del lavoro è sempre più frammentato ed è come se esistessero lavoratori di serie A, quelli con contratto indeterminato, e lavoratori di serie B. Tutti invece dovrebbero godere degli stessi diritti, dall’indennità di disoccupazione al congedo di maternità per esempio”. Anche l’idea di un equo compenso si rifà a logiche di equità e giustizia sociale: “Proponiamo un equo compenso che venga stabilito, non per legge, ma all’interno della contrattazione collettiva di categoria e che venga esteso anche ai lavoratori non dipendenti”. Infine, il servizio per il lavoro sarebbe volto a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani: “Proponiamo un fondo straordinario per garantire borse di studio a 75.000 ragazzi con un rimborso spese di 500 euro mensili per aiutarli ad accedere al mercato del lavoro ad esempio nel settore della ricerca, della green economy e degli studi professionali”.
Costi e coperture – Dove reperire le risorse finanziare per attuare le proposte dell’Another Act? Per il contratto di inclusione si utilizzerebbero i fondi già esistenti e previsti dalla legge 407 e quelli per i contratti di inserimento, mentre per il servizio per il lavoro, che avrebbe un costo di 450 milioni di euro, si è pensato di utilizzare parte delle risorse dello Youth Guarantee. La spesa per l’indennità di disoccupazione verrebbe coperta invece attraverso la contribuzione dei datori di lavoro: “Per le partite Iva iscritte alla gestione separata Inps la spesa prevista è di 80 milioni, per gli altri invece è stimata tra i 200 e i 500 milioni annui, spesa di fatto inferiore a quella prevista dal governo Renzi per il finanziamento dei nuovi ammortizzatori sociali”. E per l’equo compenso? “Non è necessaria alcuna copertura, anzi con l’applicazione di tale proposta si incrementerebbero le entrate fiscali e contributive dello Stato”.
Le reazioni – Presente all’assemblea, il Segretario Generale Uil Guglielmo Loi ha apprezzato la proposta sugli ammortizzatori e sull’equo compenso, quest’ultima condivisa anche dalla parlamentare di Sel Ileana Piazzoni. In platea anche l’onorevole Stefano Fassina del Partito Democratico che ha ribadito che “senza una politica di sviluppo e sugli investimenti non si crea lavoro cambiando le regole”. “Abbiamo un canale aperto con il Pd – ha concluso Andrea Dili – e collaboreremo con tutti i parlamentari che condivideranno la nostra proposta”. L’onorevole Teresa Bellanova (sottosegretario al Ministero del Lavoro) ha inviato un messaggio dicendosi disponibile a incontrare prossimamente la rete di Alta Partecipazione.