Inaccettabile quanto emerso dall’incontro tenutosi oggi presso la sede J.P. di Fabriano tra le organizzazioni sindacali Fim, Fiom, Uilm e l’azienda, rispetto alla presentazione del piano di ristrutturazione nella procedura di concordato dell’ex Antonio Merloni, che oggi ha annunciato, per bocca del presidente Giovanni Porcarelli, su un totale di 595 lavoratrici e lavoratori dei siti ex-Antonio Merloni di Fabriano nelle Marche e quello di Colle Nocera in Umbria, 345 esuberi. A comunicarlo in una nota il Segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli,
Un piano che rispingiamo al mittente: questa vertenza – spiega Bentivogli – si trascina ormai da troppo tempo era il 2008, dopo l’uscita dall’amministrazione straordinaria con l’acquisizione nel 2012 della J.P. di Giovanni Porcarelli l’azienda viene subito bloccata per l’impugnativa delle banche che vantavano crediti dai Merloni, questo ha bloccato per diverso tempo il Piano di rilancio industriale presentato da Porcarelli.
Oltre all’impugnativa delle banche, che si è trascinata in tutti questi anni fino al terzo grado di giudizio, si è aggiunta poi la mancanza di credito da parte delle banche necessaria a J.P. per avviare l’attività industriale. Mentre l’accordo di programma che era stato sottoscritto dalle Regioni Umbria e Marche che prevedeva importanti risorse finanziare per il Piano industriale e la Ricerca e Sviluppo non è mai partito.
Oggi, dopo che a fine anno è stata fatta la richiesta di proroga di 60 giorni per la presentazione del piano di ristrutturazione nella procedura di concordato dell’ex Antonio Merloni, ci troviamo davanti ad un nulla di fatto, con un piano irricevibile e senza prospettive di un partner industriale credile. A fare le spese di questa vicenda sono le 595 lavoratrici e lavoratori, che tra il sito di Fabriano nelle Marche e quello di Colle Nocera in Umbria, dal 2012 aspettano una soluzione lavorativa e industriale che si allontana sempre più, col rischio che vengano meno anche gli ammortizzatori. E’ inaccettabile. Chiediamo al Governo e al ministro Patuanelli di intervenire! Il tempo è scaduto – conclude Bentivogli – e la situazione rischia di essere, ogni giorno che passa, sempre più irreversibile.