Concordiamo con il ministro Giovannini in merito ad Alitalia: la pandemia è stata una safety car per il trasporto aereo mondiale, cioè ha rallentato tutte le compagnie aeree, ma ognuna deve stare nella posizione in cui era prima del suo ingresso in pista. Allo stesso tempo sottolineiamo però che sarebbe bizzarro se, da dietro la safety car, Alitalia uscisse smontata in pezzi: la competizione del dopo-pandemia sarebbe finita prima ancora di cominciare”. Lo afferma in una nota Salvatore Pellecchia, Segretario generale della Fit-Cisl, in vista dell’incontro di domani tra il Governo e la Commissaria europea alla Concorrenza.
In altre parole – prosegue Pellecchia – ci aspettiamo che Alitalia non esca danneggiata dal confronto con la Ue. Non ha senso continuare a rinfacciare le esperienze del passato: bisogna che sia chiarito una volta per tutte sia all’Europa sia a chi ancora non ha capito in casa nostra, che è interesse strategico dell’Italia avere una compagnia di bandiera al servizio dell’economia italiana. Un’Alitalia spezzettata e impoverita, con un altro nome e logo, e con meno della metà degli aeromobili oggi disponibili, come può essere competitiva sul mercato più redditizio, cioè quello del lungo raggio? Come può essere volano della ripresa anche turistica del Paese? Noi stessi come sindacati abbiamo battuto su questo tasto nell’incontro dello scorso 10 febbraio con la Direzione Generale Concorrenza della Commissione Europea, con la quale ci aspettiamo al più presto un ulteriore confronto che produca, rapidamente, risultati propedeutici al rilancio di Alitalia. La nuova compagnia non può perdere le opportunità di ripresa del traffico della “Summer”.