“La gestione commissariale di Alitalia continua ad avvitarsi su se stessa e continua a determinare disagi ai dipendenti; la situazione è sempre più insostenibile e l’esasperazione delle lavoratrici e dei lavoratori sta crescendo. Il Governo non può continuare a sottovalutare questa grave situazione”. È quanto dichiara Monica Mascia, Segretario Nazionale Fit-Cisl.
“Durante la riunione di ieri – spiega il sindacalista – abbiamo appreso dai Commissari che una fonte imprecisata ha dato alla stampa, prima che ne venissero a conoscenza le parti sociali, le lavoratrici e i lavoratori, la notizia che sarebbe stato erogato solo il 50% delle retribuzioni in carico all’azienda, con l’esclusione della parte degli ammortizzatori sociali, per i quali è stata richiesta l’anticipazione diretta da parte dell’Inps. In aggiunta al danno materiale c’è pure la ciliegina della beffa, perché l’azienda aveva comunicato la decurtazione dello stipendio ai lavoratori, con una mail in cui contestualmente si porgevano ai dipendenti e alle loro famiglie gli auguri di buona Pasqua. E qui davvero siamo senza parole. Questo modo di procedere continua a essere in spregio delle corrette relazioni sindacali e della delicatezza del momento. Come se ciò non fosse abbastanza, i commissari ieri, ci hanno informato che per un migliaio di dipendenti, per motivi non chiariti, sembrerebbe imputabili all’ Inps, la parte degli ammortizzatori pagata dall’Ente, verrà erogata tramite Poste Italiane; per cui questi lavoratori avranno un ulteriore allungamento delle tempistiche”.
“Ricordiamo che come sindacato abbiamo contrastato vivamente l’intenzione di Alitalia di richiedere l’erogazione diretta da parte dell’Inps degli ammortizzatori sociali. Non siamo stati ascoltati e questo conto poi viene e verrà pagato dalle lavoratrici e dai lavoratori”.Come prevedibile oggi, sono arrivati dei bonifici di cifre ridicole, mentre non vi è ancora traccia della parte di retribuzione di competenza Inps.In tutto questo, il malessere dei lavoratori continua a crescere – prosegue Mascia – come testimoniato dalla manifestazione a Fiumicino di venerdì 26 marzo e dal presidio del 6 aprile al Ministero dello Sviluppo. Il Governo non può non intervenire immediatamente e cambiare rotta, superando innanzitutto le incomprensibili resistenze della Ue, altrimenti rischiamo di perdere una compagnia da 11mila dipendenti più l’indotto che è per vocazione l’asse portante del nostro sistema turistico, che, lo ricordiamo, vale il 13% del Pil ed è già duramente provato dalla pandemia. Senza contare i danni sull’indotto e, conseguentemente, sul sistema Paese”.