È in programma oggi il vertice tra i rappresentanti dell’Adler, azienda di Rovereto (Trento) che produce componenti per moto e i sindacati. La società, da tempo con problemi di liquidità, ha trovato un nuovo investitore asiatico, che però chiede la chiusura di un reparto e il dimezzamento, entro fine aprile, dei lavoratori che passerebbero dai 51 attuali a 23.
Pronta la risposta dei sindacati che hanno dichiarato lo stato di agitazione e già oggi incontrano i vertici dell’azienda e i rappresentanti locali delle istituzioni. Cgil, Cisl, Uil si oppongono agli esuberi, chiedono di conoscere con precisione il piano industriale e vogliono rassicurazioni sui nuovi investitori.
La Adler, attiva dal 1958, è considerata una azienda di grandi potenzialità: ha brevettato di recente una nuova frizione automatica già molto richiesta, ha contratti già firmati con importanti aziende, a partire dal 2021 ma ha anche problemi di liquidità ed è passata dai 20 mln di euro del 2008 ai 4,4 mln del 2019.
La dismissione del reparto gomma-metallo, considerato meno redditizio, potrebbe interessare un’azienda metalmeccanica di Brescia, che però intende spostare la linea produttiva nella propria sede in Lombardia. La parte “produttiva” della Adler, invece, verrebbe ceduta alla multinazionale asiatica che propone l’80 per cento delle azioni subito, il restante 20 nei prossimi due anni. Una soluzione che lascia molti dubbi tra dipendenti e sindacalisti (“Come ci si può fidare? Chi può escludere che il nuovo investitore ora entri, mantenendo un reparto, e poi elimini anche quello?”).
“La situazione è grave – dice Mario Cerutti della Cgil di Trento che allarga il discorso all’intero territorio, – è in atto una crisi economica dell’intero comparto manifatturiero trentino; abbiamo un ridimensionamento della capacità produttiva in generale e un abbassamento dei livelli occupazionali in prospettiva. Questo è grave, incalza il sindacalista, e nessuno dice niente, nessuno parla di lavoro nella campagna elettorale appena iniziata”.