Ad oggi la produzione di Acciaierie d’Italia consuntivata ad aprile è di appena 1.292.000 tonnellate circa e da quello che sappiamo, ha sospeso anche la consegna di ordini regolarmente confermati. Una situazione che non lascia presagire nulla di buono, soprattutto in un fase in cui c’è grande richiesta d’acciaio da parte del mercato.
Negli ultimi incontri, Acciaierie d’Italia aveva dichiarato che gli obiettivi da centrare nel 2022, con tre altiforni in marcia, erano quelli di produrre 5,7 milioni di tonnellate di acciaio ma ad oggi questi obiettivi restano del tutto disattesi e con essi le speranze di rientro dei lavoratori in cassa.
Infatti all’obiettivo di 5.7 mln di tonnellate è legato il rientro del personale che ancora si trova in cassa. La procedura di cassa integrazione è bene ricordare, è stata aperta dall’azienda senza accordo sindacale dopo diversi incontri al Ministero del Lavoro, e questo perché l’azienda ha rifiutato di legare la sottoscrizione dell’ammortizzatore agli obiettivi di maggiore produzione e quindi di rientro del personale. Da marzo è partita la cassa straordinaria per un anno per un numero massimo di 3.000 addetti nel Gruppo; a questo poi, va aggiunta la situazione d’incertezza rispetto alla composizione dell’assetto societario che entro giugno doveva vedere salire le quote di partecipazione pubblica al 60% nella NewCo altro obiettivo ad oggi rinviato.
Per queste ragioni, domani si sciopera per 24 ore a Taranto perché il Governo intervenga rompendo il silenzio sulla ex-Ilva e faccia chiarezza sul futuro.
Serve assicurare investimenti e uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale e sociale dell’impianto siderurgico che passi per la messa a norma degli impianti, dall’aumento dei volumi produttivi e conseguentemente del rientro a lavoro dei lavoratori dalla cassa integrazione ed un piano industriale credibile che passi anche per il rispetto delle aziende dell’appalto e dell’indotto. Tutto questo deve avvenire dentro tempi certi, sono troppo anni che questa vertenza si trascina e a farne le sono i lavoratori e la città.