Quale sarà l’impatto dell’attuale crisi sulle prospettive per i giovani? Quali le sfide da affrontare nel nuovo scenario socioeconomico? E quali sono le professioni più ricercate dalle imprese? Le competenze richieste in Ticino solo le stesse o diverse rispetto a quelle ricercate nelle province insubriche italiane? A questo e ad altri quesiti emersi durante il collegamento online, hanno cercato di dare le risposte i ricercatori del progetto Interreg Skillmatch Insubria, durante i due webinar intitolati “Atelier del Futuro” e “Quali professioni cercano le imprese dell’Insubria”, nell’ambito dell’evento Young Digital organizzato dalla Camera di Commercio di Como-Lecco.
In “Atelier del Futuro” Alfredo Biffi (Professore Università dell’Insubria) e Furio Bednarz (Senior advisor presso la Scuola universitaria professionale Svizzera italiana) hanno articolato la discussione facendo perno su quattro sfide, per costruire una visione desiderabile del futuro e una posizione nel lavoro capace di garantire ai giovani della regione insubrica una vita di qualità.
“Siamo partiti con la sfida dell’imprenditività, ha spiegato Alfredo Biffi, perché è quella che fa leva sulla volontà dell’individuo; è necessario capire se stessi e darsi da fare per costruire in modo creativo il proprio futuro. Per fare questo è anche necessaria una alfabetizzazione al cambiamento, che implica sapersi muovere tra analogico e digitale, tra tecnica e cultura, sapendo leggere i propri talenti e motivazioni, posizionandoli nella realtà e godendo delle trasformazioni come momenti di rigenerazione.”
“Bisogna essere pronti a un nuovo modello di lavoro, ha proseguito Furio Bednarz, in quanto lo Smart Working, che non va confuso con il mero telelavoro, racchiude in sé la sfida del passaggio dal confinamento del lavoro nei perimetri strutturati e rigidi dell’organizzazione alla sua liberazione segnata dalla creatività, dalla capacità di sfruttare a pieno le tecnologie conoscendone le logiche di funzionamento, mettendo in campo l’intelligenza, la capacità relazionale e analitica che le macchine non possono rimpiazzare. È necessario imparare ad apprendere lungo tutto l’arco della vita, integrando sempre nuove conoscenze e sviluppando nuove competenze attraverso ogni esperienza, sia essa di lavoro, di vita, di gioco e di relazione.”
Nel webinar “Quali professioni cercano le imprese dell’Insubria” si sono presentati alcuni risultati significativi del progetto Skillmatch Insubria, illustrando ai giovani partecipanti all’evento i fabbisogni professionali e formativi delle imprese presenti nelle province di Varese, Como, Lecco e nel Cantone Ticino.
Un primo dato confortante è che, malgrado la crisi COVID19, le imprese continuano ad assumere: nel 2020 nelle province di Como e Lecco si sono registrate rispettivamente 29 mila e 16 mila assunzioni. Durante la crisi quasi un quarto delle aziende ticinesi ha effettuato almeno un’assunzione a tempo indeterminato, mentre il 15% circa ha assunto almeno un lavoratore a tempo determinato.
Come si è potuto osservare, se per le province italiane le professioni più ricercate sono state quelle sanitarie riabilitative, infermieristiche e ostetriche, nel mercato del lavoro ticinese è emersa la richiesta di professionisti del commercio e dei servizi e di figure professionali intellettuali e scientifiche. Al tempo stesso le figure professionali con più alto livello di specializzazione sono anche quelle che le aziende fanno più fatica a trovare, sia sul versante svizzero sia su quello italiano. In quest’ultimo si evidenzia inoltre una carenza di tecnici programmatori e di insegnanti di discipline umanistiche.
“Se è vero che le competenze specialistiche legate alle professioni sono importanti, ha commentato Ornella Larenza (ricercatrice del DEASS e Capo progetto di SkillMatch-Insubria per il Ticino), è altrettanto vero che le aziende ticinesi ritengono importantissime le competenze trasversali, le cosiddette soft-skills vale a dire le capacità di problem-solving, di adattamento, di lavorare in gruppo (ma anche in autonomia) e la flessibilità.”
“Per le province italiane, ha aggiunto Luca Schionato (partner di PTSCLAS), la richiesta di soft skill si accompagna a quella di competenze linguistiche e digitali oltre alla capacità di applicare tecnologie green per l’innovazione dei processi”.
Entrambi i seminari sono stati condotti con una metodologia innovativa che ha coinvolto i partecipanti in “mini-challenge” di approfondimento delle tematiche discusse. I partner del progetto di ricerca-azione Skillmatch Insubria, in corso dal 2018 e che terminerà alla fine del 2021, proseguiranno le attività di analisi e diffusione, focalizzate principalmente su cinque macro-settori (meccanico, chimico, finanziario, informatico e edilizio), , ritenuti particolarmente strategici per l’economia del territorio, e sulla definizione di un modello previsivo dei fabbisogni professionali per il quinquennio 2021-2025.
Nota stampa Skillmatch Insubria.