Troppe auto e soprattutto vecchie e quindi più inquinanti, meno bici vendute e una quota di mobilità “sostenibile” ancora intorno al 40%. E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto elaborato da Isfort con la collaborazione scientifica di Agens, Anav e Asstra.
“Sia per i mezzi privati sia per quelli pubblici ci sono al momento investimenti importanti, speriamo nella continuità di questi investimenti per superare il problema dell’anzianità del parco – spiega l’a.d. di Isfort, Marco Romani -. Sembra però ci sia dal 2001 ad oggi una soglia non superabile per la mobilità sostenibile che è al 40% rispetto al 60% della mobilità privata. Occorre fare un salto per riportare in equilibrio ed arrivare almeno al 50-50 per cento. Sarebbe in linea con quanto succede negli altri paesi ed avrebbe chiaramente ricadute positive sia sul piano ambientale sia su quello energetico. Servono politiche di mobilità coerenti con questo obiettivo”.
Aumentano i consumi di carburante. Dal rapporto emerge che gli italiani si spostano di più (nel 2018 +4,8% di spostamenti e +7,5% i km percorsi) e usano soprattutto l’auto (6 spostamenti su 10) che dopo l’arretramento registrato nel 2017 ha confermato l’assoluto dominio nella mobilità dei cittadini. Secondo le rilevazioni del Mise, nel 2018 sono aumentati i consumi di carburante, nonostante l’impennata dei prezzi alla pompa. Ed è anche nuovo record per la consistenza del parco auto circolante nel Paese, peraltro sempre più vecchio.
Il “tasso di mobilità sostenibile”, ovvero la somma delle quote di spostamenti a piedi, in bicicletta e con mezzi pubblici, è ancora sotto la soglia del 40%, stimato dall’Osservatorio “Audimob” di Isfort al 37,1% nel 2018, in leggero ripiegamento rispetto al 37,9% registrato nel 2017 e sostanzialmente agli stessi livelli di inizio millennio.
Il confronto. In compenso continua a crescere il “peso” dell’auto ma, appunto, con un parco circolante sempre più vecchio che neanche le politiche di incentivazione riescono a modificare: le autovetture circolanti in Italia – si legge nel rapporto – hanno superato nel 2018 la soglia dei 39 milioni, con una crescita del +1,3% nell’ultimo anno e del +8,1% negli ultimi 10 anni, nonostante il calo delle immatricolazioni (-2,5%) tra il 2017 e il 2018.
Il ritmo delle rottamazioni – prosegue il rapporto – è quindi inferiore a quello delle nuove vetture immesse nel mercato. E le auto sono “vecchie”: l’eta’ media è 11,3 anni (8,8 anni nel Regno Unito, 9,3 in Francia, 9,4 in Germania) e il 16,7% nel 2018 risultava avere più di 20 anni di “servizio”, percentuale raddoppiata rispetto all’inizio del millennio.
Il parco autovetture. I veicoli più inquinanti (fino ad Euro 3) – rileva il rapporto – rappresentavano nel 2010 il 60,9% dell’intero parco circolante, mentre nel 2018 il loro peso è sceso al 38,3%, una percentuale tuttavia ancora molto alta. Il tasso di motorizzazione – prosegue il rapporto – è stato pari nel 2018 a 64,4 autovetture ogni 100 abitanti, nuovo valore record e secondo posto tra i Paesi dell’Ue dopo il Lussemburgo.
Lieve calo per le immatricolazioni. Nei primi 10 mesi del 2019 – conclude il rapporto – le immatricolazioni di auto sono state oltre 1,6 milioni con una modesta riduzione (-0,8%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ibrido ed elettrico sono ancora motorizzazioni di nicchia (anche se tra il 2017 e il 2018 sono cresciute allo 0,7% del parco circolante) e le compravendite riguardano ancora soprattutto l’usato.