Le nuove scosse fanno paura anche all’economia e al lavoro nei Paesi svuotati dove con il turismo in difficoltà si registra ancora un crollo del 70% delle vendite che sta soffocando la produzione locale, a partire dagli agricoltori e gli allevatori. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle nuove scosse a poco piu’ di tre anni dal sisma che il 24 agosto 2016 ha devastato ampie aree del centro Italia.
A rischio il lavoro. La terra torna a tremare in una situazione in cui è davvero ancora molto lontano – sottolinea la Coldiretti – il ritorno alla normalità, dalle difficoltà abitative delle popolazioni locali ai problemi a far tornare i turisti, mentre si scontano i pesanti ritardi della ricostruzione. In difficoltà ci sono 25mila aziende agricole e stalle censite nei 131 Comuni terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo dove – continua la Coldiretti – c’è una significativa presenza di allevamenti con oltre 100mila animali tra mucche, pecore e maiali, e un rilevante indotto agroindustriale con caseifici, salumifici e frantoi dai quali si ottengono specialità di pregio famose in tutto il mondo.
Debole ripresa anche per gli agriturismi. Se la lenticchia di Castelluccio di Norcia Igp è in piena raccolta e si prevede una produzione di qualità attorno ai 3mila-4mila quintali in linea con lo scorso anno, in maggiori difficoltà si trovano altri settori con un calo ad esempio del 20% del latte per la chiusura delle stalle. Lenta ripresa anche per i 444 agriturismi che secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat operano nell’area dei quali 42 in Abruzzo, 40 nel Lazio, 247 nelle Marche e 115 in Umbria