Lo shopping di Natale entra nella fase finale. Nei prossimi 10 giorni saranno oltre 22 milioni – il 54% della popolazione adulta – gli italiani che si metteranno a caccia di regali da mettere sotto l’albero. Ma le celebrazioni per le feste, quest’anno, saranno inevitabilmente offuscate dall’emergenza Covid, che monopolizza le preoccupazioni e si riflette anche sugli acquisti: due consumatori su tre sono intenzionati a spendere meno dello scorso anno, con una riduzione stimata della spesa complessiva di Natale di -4,7 miliardi euro (-20,6% sul 2019).
Una spending review a cui non sfuggono nemmeno i regali, per i quali il budget si restringe di -1,3 miliardi (-17,9% sul 2019). È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dall’Ufficio Economico Confesercenti sulla base del consueto sondaggio condotto da SWG per Confesercenti sulle intenzioni di acquisto dei consumatori in vista delle prossime feste invernali.
Un anno di incertezza. A pesare, ovviamente, – spiega Confesercenti – è la lunga emergenza. Gli italiani arrivano alle feste 2020 stremati da un anno difficile, dal forte impatto psicologico ed economico. Una famiglia su tre – il 32% – dichiara di aver ridotto i consumi durante l’anno; il 13% segnala di arrivare a fine mese solo tirando la cinghia ed un ulteriore 4% di non arrivarci affatto. E il futuro preoccupa: in particolare la prospettiva di una prosecuzione della pandemia Covid-19 anche nel 2021, segnalata dal 60% degli intervistati. Cresce anche la paura per la tenuta della situazione economica dell’Italia (46% delle risposte, contro il 42% dello scorso anno). Una quota che supera anche quella relativa al timore per le prospettive economiche personali e della famiglia, espresso da un italiano su tre (34%). E di fronte a pandemia e crisi economica, le altre preoccupazioni si fanno meno pressanti, qualcuna passa addirittura in secondo piano.
Il budget di Natale. Sull’onda dell’incertezza, quest’anno il 64% degli italiani – quasi due su tre – progetta di spendere meno dello scorso anno per i regali e gli altri acquisti di Natale, dalla tavola alla casa, mentre solo il 3% prevede di aumentare il budget. Tutte le voci di spesa vengono riviste al ribasso: la percentuale di italiani che comprerà per sé, per la propria famiglia o per fare un regalo prodotti enogastronomici passa dal 70 al 40%; in discesa anche gli italiani che faranno acquisti di abbigliamento (dal 60 al 38%) e di libri – dal 54 al 35% – e giocattoli (dal 44 al 27%). Cedono terreno – prosegue Confesercenti – anche le intenzioni di acquisto di prodotti di tecnologia, che passano dal 33 al 23% delle indicazioni degli intervistati.
La flessione generale segnalata induce a stimare una contrazione complessiva della spesa per il Natale in -4,7 miliardi di euro (-20,6% sullo scorso anno), di cui -1,3 miliardi per i regali (-17,9%) e -3,4 miliardi (-21,8%) per le altre spese. In aumento, invece, le risorse destinate dalle famiglie a saldare i conti in sospeso (+2 miliardi, +18%) e al risparmio (+11,1%).
Ritorno nei negozi. La rete dei negozi fisici arriva all’appuntamento di Natale sperando di giocare una partita di ritorno di successo, dopo un’andata dominata dal web. Durante il periodo di restrizioni delle attività di vicinato, le piattaforme online si sono infatti aggiudicate una buona parte del Natale: il46% di italiani che ha già iniziato a comprare i doni da mettere sotto l’albero, in sei casi su dieci (59%, lo scorso anno era il 32%) lo ha fatto sul web. Con le riaperture, i negozi puntano ad invertire la tendenza nonostante il contesto difficile, scommettendo sul servizio e sulla tradizione. E i consumatori sono intenzionati a dare fiducia al retail: il 29% di chi non ha ancora comprato segnala l’intenzione di acquistare i propri doni in un piccolo negozio fisico o presso un mercato.
Centri commerciali e ricorso al Tar. Pesa, però, la chiusura dei negozi di centri e gallerie commerciali nei giorni prefestivi e festivi: le limitazioni alle aperture e agli orari condizionano il 16% dei consumatori. Un grave danno economico ed una distorsione inaccettabile della concorrenza, visto che negozi della stessa tipologia, ma dislocati al di fuori di un centro commerciale, possono rimanere aperti. Per questo, Confesercenti ha presentato ricorso al Tar contro il provvedimento: da quanto si apprende nella nota, la questione verrà discussa mercoledì 16 dicembre. Tra gli altri fattori che condizionano gli acquisti nei negozi, il 25% segnala le file generate dai contingentamenti dentro le attività. Il 34%, invece, ammette di essere influenzato nella sua spesa nei negozi proprio dal timore di contagio. Ma c’è anche un 25% che dice di non essere condizionato.
Celebrazioni e decorazioni. Non solo lo shopping, ma anche la festa in sé viene oscurata dall’ombra del Covid. Per il 41% l’emergenza pandemica e le conseguenti restrizioni cancellano del tutto o parzialmente la festa, mentre solo il 29% ritiene che il Natale resti parzialmente o del tutto intatto. Anche le decorazioni sono più modeste: le famiglie che faranno l’Albero passano dal 73 al 67%; il Presepe dal 49 al 40%. A sostituirli, – conclude Confesercenti – villaggi di Natale (scelti dal 3%, contro il 2% dello scorso anno) e le piccole decorazioni domestiche (23%), mentre il 16% – era il 14% lo scorso anno – non metterà nulla.