“Uno shock epocale” così Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, riassume il quadro che si profila per l’economia italiana secondo il Focus appena elaborato da Censis e Confcooperative (che formula il suo scenario ipotizzando una chiusura delle attività fino a maggio 2020).
Secondo lo studio occorreranno 2 anni prima di poter ritornare ai livelli di Pil e di crescita previrus. “Servono però – commenta Gardini – misure straordinarie, coraggiose e soprattutto veloci del governo, per consentire alle banche di essere immediatamente operative, con istruttorie con tempi record, degne dei periodi di emergenza, superando il cronico problema della burocrazia”.
“Ma nonostante tutto – continua Gardini – vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, perché le giuste misure di contenimento del coronarivus non hanno bloccato l’intera economia: metà delle imprese e dei suoi lavoratori non si sono fermati. In qualche modo la fase 2 parte da qui, ma va alimentata con coraggio e decisione. Vanno tenuti accesi i motori del sistema imprenditoriale per consentire la ripartenza appena sarà possibile. In caso contrario rischiamo conseguenze indescrivibili in termini di fatturato, occupazione e tenuta sociale del Paese”.
“Da questo shock epocale – prosegue il presidente di Confcooperative – usciremo vincitori solo con un’Europa unita e solidale. Gli effetti del Covid19 sono insostenibili per i singoli paesi. Anche per quelli che lucrano grazie a imprese che spostano ad Amsterdam la propria sede legale per un fisco di favore. Ricordiamo – conclude Gardini – che le cooperative non delocalizzano, ma creano lavoro e ricchezza in Italia. Erogano servizi in Italia. Pagano le tasse in Italia”