Ad aprile l’Istat stima per la produzione industriale la seconda flessione congiunturale, dopo gli aumenti di inizio anno, con un calo dello 0,7% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile, permane una variazione positiva (+0,7%) rispetto al trimestre precedente mentre, su base annua, si registra una contrazione dell’1,5% dell’indice corretto per gli effetti di calendario.
L’indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale, di rilievo, solo per l’energia (+3,6%); diminuzioni si registrano, invece, per i beni strumentali (-2,5%) e, in misura più lieve, per i beni intermedi (-0,7%) e i beni di consumo (-0,5%).
Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano ad aprile 2019 un aumento tendenziale esclusivamente per l’energia (+3,6%); al contrario, ampie diminuzioni contraddistinguono i beni strumentali (-3,8%) e i beni intermedi (-2,6%), mentre diminuiscono in misura più contenuta i beni di consumo (-0,6%).
I settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive sono la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+5,8%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,9%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,4%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-6,2%).
“Il calo registrato dalla produzione industriale nel mese di aprile accresce la probabilità di osservare un secondo quarto dell’anno peggiore del primo. Al di là di alcuni fattori stagionali che le attuali tecniche non riescono a neutralizzare del tutto, preoccupa il fatto che solo per l’energia si sia rilevato un andamento favorevole. In particolare, il calo della produzione per i beni di consumo, soprattutto durevoli, e per i beni strumentali, è un segnale del permanere di difficoltà sia dal lato della domanda delle famiglie sia degli investimenti delle imprese”. Questo’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat.