In un quadro di stagnazione e nel quale si delinea un crescente rischio di recessione, perdura il calo dei prestiti alle imprese, nonostante i tassi di interesse restino bassi e continui il miglioramento della qualità del credito, in termini di quota di crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti. E’ questo il quadro che emerge da una nota diffusa da Confartigianato.
I più recenti dati diffusi da Banca d’Italia relativi alla dinamica dei prestiti – evidenzia Confartigianato – indicano a novembre 2019 un calo del 2,0% per le società non finanziarie, in controtendenza rispetto al +1,0% di un anno prima. La flessione è diffusa settorialmente, con il Manifatturiero che registra una maggiore tenuta (-0,5%) mentre il calo si amplia nei Servizi (-1,7%) e nelle Costruzioni (-4,3%).
Il credito alle piccole imprese. L’analisi degli ultimi dati sul mercato del credito per dimensione di impresa evidenzia che a settembre 2019 i prestiti alle micro e piccole imprese (Mpi) registrano un calo del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una flessione di intensità più che doppia rispetto al calo dell’1,0% del totale imprese; il trend per le Mpi migliora di tre decimi di punto il calo del 2,7% del trimestre precedente ma peggiora sensibilmente rispetto al -0,9% di un anno prima.
I prestiti alle imprese artigiane. L’analisi del trend a livello regionale – spiega Confartigianato – evidenzia una crescita dei prestiti alle piccole imprese solo per la Calabria con il +0,4% mentre i cali meno intensi sono quelli di Puglia e Sardegna (entrambe con un calo dello 0,5%), Basilicata (-0,6%) e Campania (-0,9%). All’opposto le flessioni più profonde si rilevano in Valle d’Aosta (-4,0%), Marche e Friuli-Venezia Giulia (entrambe a -3,7%) e Veneto (-3,6%). L’analisi dei dati sui prestiti erogati all’artigianato, forniti da Artigiancassa e di fonte Banca d’Italia, continua ad evidenziare a metà 2019 un trend negativo per il comparto, seppure in leggera attenuazione rispetto al trimestre precedente.
I dati. A giugno 2019 i prestiti alle imprese artigiane segna un calo del 10,5%, di circa due punti meno intensa rispetto al -12,3% del trimestre precedente. Nell’arco degli ultimi cinque anni l’artigianato ha cumulato una flessione dei prestiti di 15,4 miliardi di euro, pari al 31,8% in meno. La flessione è diffusa in tutte le regioni: diminuzioni meno ampie – rileva Confartigianato – in Trentino-Alto Adige (-6,8%), Campania e Sardegna (entrambe a -8,1%), mentre quelle più intense interessano Umbria (-16,4%) e Molise (-13,1%).
L’attenuazione della stretta creditizia nell’artigianato si registra in 18 regioni (91,9% dei prestiti dell’artigianato) nelle quali la dinamica tendenziale dei prestiti all’artigianato è in miglioramento o è stabile rispetto a quella rilevata nel trimestre precedente. A livello provinciale si osserva un trend negativo ma in miglioramento o stabilizzato rispetto al trimestre precedente. Le condizioni della politica monetaria – sottolinea Confartigianato – mantengono bassi i tassi di interesse, anche se le piccole imprese pagano ancora uno spread rilevante rispetto alle imprese medio grandi.
Quanto pagano le imprese. Sulla base degli ultimi dati disponibili a marzo 2019 le imprese pagano in media un tasso pari al 3,91% sui finanziamenti per cassa e con riferimento a rischi autoliquidanti e a revoca; permane un gap strutturale di costo del credito che sfavorisce le piccole imprese, per le quali si rileva un tasso del 6,53%, livello quasi doppio rispetto al 3,60% pagato dalle imprese medio-grandi, con un divario di 293 punti base. Il tasso pagato dalle Mpi – conclude Confartigianato – scende di 10 punti base rispetto al 6,43% di fine 2018 e nel corso del primo trimestre del 2019 lo spread si riduce di 7 punti base (era a 300 a fine 2018).