Nel secondo trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali. Si tratta di un periodo che risente particolarmente degli effetti del coronavirus sull’economia nazionale. Dopo il calo del Pil nel primo trimestre 2020, il dato odierno sfiora per drammaticità quello registrato dalla Francia nello stesso periodo (-13,8%). Molto peggio fa la Spagna (-18,5%). La variazione acquisita per il 2020 in Italia è pari a -14,3%.
I dati. Dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%), l’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate – spiega l’Istat nel commento ufficiale alle stime preliminari del Prodotto interno lordo – . Con il risultato del secondo trimestre il Pil fa registrare il valore più basso dal primo trimestre 1995, periodo di inizio dell’attuale serie storica. Si tratta quindi di un record negativo, un minimo storico. La caduta del Pil – conclude l’Istat – si colloca all’interno di un contesto internazionale dove le principali economie registrano riduzioni di analoga portata a causa del diffondersi della pandemia.
La variazione congiunturale del Pil è la somma di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi, dall’agricoltura, silvicoltura e pesca, all’industria, al complesso dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.