Inizio d’anno debole in linea con gli andamenti dell’ultimo biennio. Dopo una chiusura del 2019 all’insegna della completa stagnazione (+0,1%), con sintomi di deterioramento del quadro congiunturale, si stima un’apertura del 2020, in termini di Pil, sostanzialmente piatta. Anche l’inflazione si mantiene sui minimi storici. A rilevarlo è Confcommercio in una nota.
L’unico elemento positivo – rileva Confcommercio – continua ad essere rappresentato dalla crescita delle persone, ma non delle ore lavorate, impiegate nel processo produttivo. Situazione che, con il perdurare della stagnazione, rende sempre più evidenti i problemi di produttività del sistema Italia. Il bimestre novembre-dicembre dovrebbe essersi chiuso con una dinamica dei consumi piuttosto deludente.
Il quadro congiunturale – si legge nella nota – continua ad essere caratterizzato da una situazione di profonda incertezza, nella quale i principali indicatori evidenziano profili non univoci. A novembre la produzione industriale ha continuato a ridursi (-0,1% su base congiunturale e -0,6 su base annua). Segnali debolmente positivi continuano a provenire dall’occupazione che nello stesso mese ha mostrato una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,2% nel confronto annuo.
La fiducia dei consumatori e delle imprese è risultata, nel mese di dicembre, in moderata ripresa. La crescita per il sentiment delle famiglie è stata del 2,0% congiunturale, mentre per le imprese si è rilevato un aumento dell’1,5%. Su base annua il tendenziale segnala una riduzione del 2,0% per le famiglie, mentre per le imprese si è registrato, dopo quasi un biennio, il ritorno in territorio positivo con una crescita dell’1,2%. Stante il permanere di un contesto poco dinamico si stima, a gennaio, -commenta Confcommercio – una variazione congiunturale nulla del Pil mensile, dato che porterebbe ad una diminuzione dello 0,1% rispetto allo stesso mese del 2019.
Scende la domanda. A dicembre 2019 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha confermato il protrarsi di una situazione di estrema debolezza della domanda delle famiglie, con un incremento dello 0,1% su base congiunturale e una diminuzione dello 0,4% su base annua. In termini di media mobile a tre mesi – si legge nella nota – prosegue la tendenza al ridimensionamento. L’aumento dello 0,1% registrato in termini congiunturali dall’ICC nel mese di dicembre è sintesi di un analogo incremento della domanda relativa ai servizi e di una stazionarietà di quella per i beni.
Le dinamiche congiunturali. Il dato dell’ultimo mese è espressione di una generalizzata tendenza alla stagnazione con contenuti spunti di crescita solo per alcuni segmenti. In particolare, per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa e per l’abbigliamento e le calzature si registra una moderata tendenza al miglioramento (+0,3%). In lieve recupero – spiega Confcommercio – è risultata anche la domanda per i beni e i servizi per la mobilità (+0,2% sul mese precedente), dato che segue, peraltro, la pesante riduzione di novembre (-2,5%). In territorio debolmente negativo si sono mantenute le variazioni dei consumi di beni e servizi per la casa e degli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,2%). Le altre funzioni di consumo sono stazionarie rispetto a novembre.
Le dinamiche tendenziali. A dicembre 2019 l’Icc ha mostrato, nel confronto annuo, una diminuzione dello 0,4%, valore analogo a quanto rilevato a novembre, determinando un deciso peggioramento nel quarto trimestre dell’anno. Il dato dell’ultimo mese è derivato da una crescita dello 0,9% della domanda per i servizi e da una diminuzione di analoga entità per i beni. Nel confronto con lo stesso mese del 2018 si confermano andamenti articolati delle diverse macro-funzioni di spesa.
Il segmento più vivace – evidenzia Confcommercio – si mantiene quello relativo alla spesa effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+4,5%). In moderato recupero sono risultate la domanda per l’abbigliamento e le calzature (+1,3%) e le spese per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,0%). Per contro, i consumi di beni e servizi per la mobilità amplificano la tendenza al ridimensionamento (-5,6%). In riduzione, decisamente più contenuta, sono risultate le spese per i beni e i servizi per la cura della persona (-0,4%) e gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,3%).
I prezzi. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di gennaio 2020 si stima una variazione nulla in termini congiunturali. Nel confronto con lo stesso mese del 2019, – conclude Confcommercio – i prezzi crescerebbero dello 0,4%, in diminuzione di un decimo di punto rispetto a dicembre.