Come riportato in una nota Inps a livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento in percentuale si registra in Abruzzo con un -3,0%, mentre tra le regioni in controtendenza si evidenziano la Sardegna (+2,0%) e il Friuli Venezia Giulia (+1,7%). Il numero di operai agricoli dipendenti passa da 1.056.984 del 2019 a 1.049.336 del 2020, con un lieve decremento di circa 7.600 lavoratori, pari a -0,7%.
Il Sud è l’area geografica che, con il 37,0%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Nord-est con il 23,1%, dalle Isole con il 16,4%, dal Centro con il 12,7% e dal Nord-ovest con il 10,8%. Le regioni in cui si concentra il maggior numero di lavoratori sono la Puglia (16,1%), la Sicilia (14,1%), l’Emilia Romagna (9,4%) e la Calabria (9,3%).
La classe d’età con maggior frequenza nel 2020 risulta essere quella ‘50-54 anni’, in cui si trova il 12,1% dei lavoratori. Nelle classi d’età da 50 anni in poi si concentra più di un terzo (33,9%) dei lavoratori, mentre il 22,4% ha meno di 30 anni. Dal 2015 al 2020 la composizione per genere fa registrare un decremento della percentuale di donne sul totale dei lavoratori, dal 34,5% al 31,5%.
Prosegue l’Inps, i lavoratori agricoli autonomi passano da 445.877 del 2019 a 441.179 del 2020, con una diminuzione di circa 4.700 lavoratori, pari al -1,1%; l’unica categoria in aumento è quella degli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), che passano da 42.126 a 43.445, con un incremento pari a +3,1%.
Dal 2015 i Coltivatori Diretti hanno avuto un continuo andamento decrescente, passando dai 422.258 lavoratori del 2015 ai 397.518 del 2020, con una diminuzione complessiva pari a -5,9%. Tale categoria continua ad essere, comunque, nettamente prevalente, rappresentando il 90,1% del totale del 2020. I Coloni e Mezzadri, trattandosi di un gruppo chiuso in ingresso, presentano un andamento decrescente ancora più accentuato, passando dai 423 del 2015 ai circa 216 del 2020, con una diminuzione complessiva pari al -48,9%.
Gli Imprenditori Agricoli Professionali, invece, evidenziano un trend in continua crescita, passando dai 33.341 lavoratori del 2015 ai 43.445 del 2020, con un incremento del +30,3%. Nel 2020 più della metà dei lavoratori agricoli autonomi (50,5%) si trova nelle regioni del Nord. In particolare, il Nord-est è l’area geografica che, con il 28,1%, presenta il maggior numero di lavoratori, seguita dal Nord-ovest con il 22,4%, dal Sud con il 21,2%, dal Centro con il 16,7% e dalle Isole con il 11,6%. In Piemonte si concentra la maggior parte dei lavoratori agricoli autonomi, con 47.351 unità, pari al 10,7%; seguono il Veneto con 46.220 (10,5%), l’Emilia Romagna con 41.976 (9,5%) e la Lombardia con 41.969 (9,5%). Prevalgono i lavoratori maschi (66,8%), con 294.610 lavoratori; nel 2015 la quota di maschi era più bassa (65,2%).
La classe d’età modale nel 2020 risulta essere quella ‘55-59 anni’, con 62.752 lavoratori, pari al 14,2% del totale. Nelle classi d’età da 55 anni in poi si concentra il 47,4% dei lavoratori agricoli autonomi. L’età media dei lavoratori fa registrare un aumento, passando da 53,1 del 2019 ai 53,3 anni del 2020.
Il numero di aziende agricole autonome è passato da 354.923 dell’anno 2019 a 353.424 del 2020, con una lieve diminuzione del -0,4%. Nel periodo 2015-2018 il numero di aziende agricole autonome era aumentato di 5.790 unità, con un incremento pari a +1,6%. A livello regionale, nell’ultimo anno, il maggior decremento si registra in Valle D’Aosta (-3,3%), Marche (-2,3%) e Liguria (-2,2%); mentre le regioni in cui si registra il maggior incremento sono Calabria (+2,7%) e Sicilia (+1,8%).
I dati completi sono disponibili nella sezione “banche dati statistici” del sito www.inps.it, al link https://www.inps.it/osservatoristatistici/3