“Come manager di preziosi food mi ritrovo a gestire una situazione di forte incertezza e paura per il futuro della nostra azienda e in generale del tessuto produttivo italiano. Abbiamo stimato che l’anno prossimo passeremo da un milione e ottocento di costi energetici a ben nove milioni e ottocento, otto milioni in più di costi energetici, una situazione la nostra molto similare a tante realtà produttive del sistema Italia.” Apre così il discorso Salvatore La Bella, direttore esecutivo della Preziosi food s.p.a al IV Congresso Nazionale Meritocrazia Italia, il quarto congresso nazionale che rappresenta un momento importante di dialogo tra forze politiche, professionisti, studiosi e imprenditori.
“Oggi – afferma La Bella – ci troviamo davanti ad una vera e propria emergenza nazionale, il caro energia impatterà in modo gravoso sul Pil che nel 2023 si prevede a crescita zero. Questa una prospettiva e visione reale della situazione attuale e chiediamo misure urgenti da parte del nuovo governo. Ad aggravare ulteriormente questa prospettiva sono gli aumenti delle materie prime che abbiamo registrato e la difficoltà di approvvigionamento, con prezzi alle stelle per prodotti quali mais, patate e olio. Il costo del mais, in particolare, da 320 euro a tonnellata è aumentato in questi ultimi mesi arrivando a ben 690 euro a tonnellata. Il raddoppio, inoltre, del costo dell’olio di girasole ci sta creando grosse difficoltà – spiega il direttore della Preziosi food – poiché ci siamo dovuti approvvigionare, dall’inizio della guerra ad un prezzo altissimo pur di non rimanere senza prodotto”.
“L’esempio è molto semplice: – spiega – noi consumiamo una cisterna di olio al giorno, nel 2021 il costo oscillava dai 45 ai 50 mila euro, oggi il costo è dai 95 ai 100 mila euro a cisterna. Ad aggravare questa situazione ci sono poi i rincari di gas ed energia elettrica, i costi del trasporto al +20%. Insomma, è aumentato tutto, per cui siamo stati obbligati ad apportare un aumento abbastanza notevole sul prodotto finale, sospendendone anche alcune tra le nostre referenze merceologiche. Solo in questo ultimo anno, abbiamo dovuto sistemare e riscrivere ben 3 volte il nostro listino prezzi e l’aumento inflazionistico che abbiamo registrato è ben del +45%. Parte dei costi sono stati assorbiti dai produttori, un’altra dalla grande distribuzione, ma una parte inevitabilmente tocca al consumatore finale che trova sullo scaffale del supermercato il prodotto con aumento che oscilla tra il 30/40%”.
“Gli ultimi dati ISTAT relativi ai prezzi al consumo di settembre – prosegue La Bella – evidenziano un ulteriore accelerazione dell’inflazione: l’indice generale registra un incremento tendenziale del +8,9%, mentre il carrello della spesa un incremento del +11,1%. Occorre infatti considerare che oggi la distribuzione moderna registra un’inflazione media all’acquisto del +15%. Ci troviamo a coprire costi dell’energia mediamente più che triplicati. Il decreto aiuti ter che ha innalzato le soglie di credito d’imposta, è stato solo un piccolo passo avanti ma non è sufficiente a garantire la tenuta economica delle imprese nei prossimi mesi.
“Ci troviamo in una vera e propria economia di guerra. Il Paese – lancia il monito La Bella – sta attraversando una crisi strutturale e una congiuntura economica sfavorevole e vanno adottate misure urgenti. Il nuovo governo dovrà agire subito e avere in UE posizioni più forti, necessarie in questo senso sono strategie energetiche di breve, medio e lungo termine basate su fabbisogni costi e obiettivi. Il consiglio europeo, dopo il summit a Bruxelles, ha raggiunto un accordo sul gas. I ventisette capi di stato e di governo hanno concordato di dare un mandato “pieno e chiaro” alla Commissione europea e di adottare decisioni concrete sul Price cap al TTF di Amsterdam. Charles Michel presidente del consiglio europeo ha spiegato che c’è una forte determinazione ad agire insieme, come europei per raggiungere tre obiettivi: abbassare i prezzi, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e continuare a lavorare per ridurre la domanda”.
“Bisogna quindi continuare su questa linea comune come avvenne durante la crisi pandemica e bisognerebbe attuare anche un “RECOVERY” per i costi energetici. In tal senso, – conclude il numero uno della Preziosi food – auspico che nel più breve tempo possibile si possa giungere ad un accordo sul Price cap del gas per procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas nel mercato TTF da cui bisogna sganciarsi. Ma, se questo non dovesse avvenire, l’Italia non potrà rimanere a guardare. Sarà necessario trovare risorse interne, per garantire la sopravvivenza delle imprese e di tutto il tessuto produttivo italiano e l’estrema ipotesi di uno scostamento di bilancio, purtroppo, non può essere esclusa”.